Proposte di Archivia per una nuova scuola
1. Chiediamo che si investa nel sociale, ponendo accanto agli indispensabili interventi frammentati di sostegno immediato investimenti con una progettualità di ampio respiro. Chiediamo cioè che si renda possibile l’esercizio di diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine, prima di tutto il diritto allo studio e alla scuola come elemento di socialità irrinunciabile e momento essenziale di costruzione della cittadinanza.
2. Occorre però un rinnovamento strutturale e didattico attraverso la moltiplicazione degli insegnanti,l’abolizione del precariato, la creazione di classi con un numero minore di alunni, di ambienti flessibili, polifunzionali, dotati dei più aggiornati supporti tecnologici, con ampi spazi per le relazioni, le attività di laboratorio e di gruppo, la lettura, le attività sportive e ludiche.
3. Supporti tecnici.La didattica a distanza va considerata un esperimento emergenziale oppure solo integrativo delle lezioni tradizionali, fatte in presenza. Ma perché ognuno possa usufruirne per tutti gli aspetti positivi che questa comporta chiediamo la creazione di una piattaforma pubblica, banda larga su tutto il territorio nazionale, computer per tutte/i.
4. Rimescolare le carte del sapere.La scuola può e deve essere portata anche al di fuori degli ambienti scolastici nei giardini, parchi, muse, ecc. al fine di superare il modello tradizionale basato su spiegazione-interrogazione – compiti; valutazione, nonché sulla rigida divisione fra le materie e su tempi prefissati di apprendimento. Studiamo modi per un tempo pieno davvero efficace e per far emergere la creatività e la soggettività di ciascuno studente.
5. La riapertura di settembre non si deve intendere come un ritorno alla cosiddetta “normalità”, caratterizzata da un’offerta formativa androcentrica che pretende di essere neutra e ha pochi strumenti per fronteggiare la violenza sulle donne, il razzismo, il bullismo, l’omofobia, l’assenza di consapevolezza sulla propria dimensione personale e sui diritti- doveri di una società coesa.
6. Solo unsignificativo rinnovamento culturalepotrà portarci verso una società basata innanzitutto sul diritto allo studio e alla socialità nel rispetto delle differenze per tutte/i, a partire dalla riconsiderazionedei ruoli sociali, familiari e personali, al fine di configurare tutti come persone, a cominciare dalle madri, dai padri, dalle sorelle e fratelli, dai figli.
7. Poniamo al centro l’elaborazione del concetto di responsabilità personale e sociale, di educazione alla cittadinanza, alla solidarietà, alla relazione, come dimensione personale ma anche sociale e politica (non trascuriamo una formazione europeista, vista come capacità di relazionarsi fra culture e condizioni diverse, nonché come attitudine ai rapporti multilaterali fra le nazioni e i popoli).Per giungere ad una società basata sull’armonia tra persone, natura e animali domandiamo una chiara rivisitazione tanto dei contenuti quanto dei metodi educativi. Vogliamo influire sulla programmazione complessiva, sulla logica dei libri di testo, sulla formazione degli insegnanti, sul tipo di scuola che si offre, l’ampiezza delle classi, il metodo utilizzato.
8. Proponiamo una cultura attenta ai generi nelle modalità e nei contenuti dell’insegnamento a partire dall’uso di un linguaggio non sessista e dalla evidenziazione della elaborazione delle donne su cultura, arte, esperienza del corpo. Particolare attenzione va dedicata alla storia, per una ricostruzione del passato che riesca a valorizzare il ruolo e il significato della presenza (e a volte dell’assenza) di donne e uomini in ogni segmento del percorso storico. Proponiamo una riflessione sui Women studies all’università: occasione da non perdere oppure costruzione dell’ennesimo ghetto in cui rinchiudere le donne?
9. Rivalutazione del corpo, educazione sentimentale e sessuale e nuova attenzione alla cultura della cura elaborata dalle donne. Ovvero non lasciata solo alle donne ma del tutto condivisa e intesa come attenzione a sé, agli altri, alla natura, alla dimensione sociale e politica in cui ci si trova.
10. Contro la dispersione scolastica, per un nuovo rapporto collaborativo con tutte le componenti della scuola, con le famiglie e con il territorio al fine di creare comunità educanti:apertura quindi della scuola all’intervento del “volontariato politico- creativo”, alle esperienze di “privato sociale” quale il nostro, di Archivia e delle tante associazioni che da anni lavorano nelle scuole.
11. Fare fronte comune
Tramite webinar tutte le associazioni hanno dato voce alle loro esigenze di trasformare la scuola e fatto proposte. Ora le domande pressanti sono:
Come si possono raggiungere gli obiettivi? Abbiamo la volontà e la capacità di creare un movimento unitario che coinvolga non solo le componenti della scuola, ma tutte forze democratiche del paese e che sia in grado di pesare sulle decisioni delle istituzioni?
Donatella Artese
Enrica Manna
Beatrice Pisa
Teresa Santilli