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LEGGERETE 1  ESTATE 2017

Questa estate riprenderà Leggerete, una rubrica che vi offrirà recensioni di libri ricevuti o acquistati dalla biblioteca di Archivia. Ogni tanto, recensioni di studentesse, con sguardo più nuovo a questo genere di libri, faranno da controcanto al mio, forse più avvezzo, anche alla sintesi.

Anna M. Verna, Passioni. Virginia Woolf, Vita Sackville – West, Marguerite Yourcenar, Luciana Tufani editrice 2012  coll. 13B37

Ho sentito di entrare immediatamente nella vita di tre grandi donne, diverse, ma amate con la stessa intensità dall’Autrice e ne ho avvertito tutta la passione. La critica letteraria femminile è un privilegio che ci consente di esplorare con profondità e  senza freddezza accademica o distanza formale, quali anime abbiano nutrito parole e idee  straordinarie e insieme intime a tutte noi che le leggiamo. Per le amanti di Virginia Woolf, non c’è pagina di questo libro che non sia un ulteriore e raro tassello per ricomporre una personalità così contraddittoria, affascinante e unica come quella di Mrs Woolf. E’ un saggio che narra meglio di un romanzo.

Graziella PriullaParole tossiche. Cronache di ordinario sessismo, Settenove edizioni 2014.

Il minuzioso lavoro di analisi linguistica della sociologa conduce a conclusioni evidenti sin dal titolo del suo ultimo saggio. Viviamo in una società decadente. L’essere umano recentemente passato da un’etica regolativa ad un’etica individualistica fatica ancora nel definire i limiti del suo agire e i campi della sua libera espressione, qualora abbia chiaro cosa “liberazione” stia ad indicare. Si considera ormai liberatorio, fuoriuscire “dall’orizzonte di senso della democrazia”, insultare il sostenitore e non la sua tesi. Ci si muove nell’ambito del’ignoto, ciò che da sempre ha atterrito l’uomo che grazie al tabù si è difeso da tutto ciò che inferiva al sentimento nella sfera del meno giustificabile, il piacere sessuale e le funzioni corporali. “Voi donne del PD siete qui, solo perché brave a fare pompini” (Massimo De Rosa, deputato del movimento 5 stelle). La7, Guido Crosetto (PDL) riferendosi alla giornalista Antonella Rampino: “L’argomento che devo usare con te lo sai qual è?… E’ che a te non ti spoglierebbe nessuno”. E ancora gli utenti di Facebook da sempre, incapaci di costruire frasi all’interno di orizzonti di senso, sono quanto mai avvezzi alla pratica della mortificazione sessuale,  la Presidente della Camera dei Deputati, l’Onorevole Laura Boldrini (SEL) è quotidianamente appellata con l’intramontabile “puttana” corredato da gentili auguri natalizi del tipo “la porterei in un campo rom e la farei trombare con il capo villaggio”. Lo scandalo non è una reazione sufficiente a tutto ciò, “manifestare indignazione è un gesto morale ma anche profondamente politico. E’ un gesto pedagogico di coraggio civile”.

Priulla tra i tanti autori, fa anche riferimento al Dizionario del lessico erotico di Walter Boggione e Giovanni Casalegno, che rintraccia metafore, eufemismi e disfemismi in otto secoli di letteratura italiana. “La mistica maschile popolò il secolo di donne svenevoli da curare e proteggere, chiudendole in casa”. La sessualità riceverà il suo riconoscimento cognitivo solo nel XX secolo, ma sempre riconosciuta dalla società patriarcale come riconducibile al microcosmo della “famiglia coniugale legittima”. Il tabù sessuale è stato pagato soprattutto dalle donne, per cui sesso era sinonimo di inibizione e ignoranza. Non a caso la sfera semantica che fa tutt’ora riferimento all’attività sessuale implica l’utilizzo di verbi quali “sfondare, montare ecc..” parole che difficilmente si accordano ad cultura paritaria.

Il linguaggio è esso stesso arma, perché provoca sofferenza, un dolore persino peggiore, perchè più pressante, perché solitario e spesso beatamente inconsapevole da parte del carnefice. La violenza viene spesso giustificata e ricondotta a qualcosa di quotidiano e consciuto, “come ha insegnato Hannah Arendt, la banalità del male rende difficile o addirittura impossibile redimerlo”. La vittima non è  legittimata a provare dolore: la strega che ogni tanto torna dal Medioevo per rivendicare i propri diritti non subisce un trattamento più benevolo nella nostro tanto estimato sistema democratico. I roghi esistono ancora.

Solo alcuni ne sono consapevoli,  quegli spiriti illuminati che attenti osservatori  de “il popolaccio italiano, il più cinico dei popolacci”, senza riuscire a contrastarlo ne hanno teorizzato l’orrore, e si sono arresi alla filosofia del disincanto (Giacomo Leopardi) . Al  fallimento delle agenzie regolative degli ultimi anni, non poteva che seguire una trasposizione linguistica o meglio una dispersione culturale  che verifica quell’ involgarimento di massa previsto da Pasolini, quel carattere totalizzante e assolutistico del consumismo che come un germe si sarebbe lentamente diffuso andando ad intaccare l’anima del genere umano. Un fascismo persino più fascista di quello del ventennio, perché assoluto e radicato.  Un annullamento dei valori all’insegna della subalternità della mediocrità.

La diseducazione emotiva, condanna i più ad un’affannosa ricerca di valvole di canalizzazione, per cui liberarsi del sentimento di odio che ormai ci ingloba e di cui il linguaggio è più facile e immediata espressione.  I contorni dell’essere e della sua legittimità spesso si confondono e si intersecano inesorabilmente. Viviamo nell’era della rivalutazione emotiva, in questa epoca il sentimento è ossessivamente recuperato, ma spesso, troppo spesso, strumentalizzato dagli sclerotici pensatori di quel populismo di basso livello, che recupera consensi grazie al linguaggio parossistico che con massima resa e minimo sforzo compiace quell’animalità umana, quella componente che rimane sempre li, suadente immune alle scosse culturali e che tutto sommato non disgusta più cosi tanto. In questo modo “suscitando emozioni si annulla ogni distanza critica” e si alimenta quel livore nazional-popolare che da sempre funge da guida all’uomo dell’ignoranza. Incapaci di “dischiudere uno spazio comune di relazione tra gli interlocutori” e di parlare un linguaggio consapevole, che “è sintomo non malattia, ma che deve pur essere letto per curare la malattia” ci condanniamo felici al fascino della rovinosa decadenza culturale e linguistica, all’attraente risoluzione della recente politica negazionista che ci avvolge e ci riconduce beffarda in quella condizione di primordiale stato di natura,  da cui l’essere umano ha animosamente cercato di svincolarsi con l’istituzione di un sistema condiviso. La limitazione della libertà è giustificata solo quando è necessaria per prevenire una violazione che sarebbe ancora peggiore (John Rawls). La questione è esattamente questa: definire i limiti dell’espressione per non privarsi di quella razionalità che ci caratterizza in quanto essere umani.

( Diletta Pasqualini, studentessa e maturanda di liceo classico)

 

Cinzia Aruzza, Lidia Cirillo, Storia delle storie del femminismo. ed. Alegre 2017 coll. 13B40

Già non è facile scrivere una storia del femminismo, immaginiamoci quanto lo sia scrivere una storia delle storie del femminismo. Per quanto sintetica, la ricostruzione dei molteplici femminismi che si sono intersecati e, alcune volte, contrastati, risulta ben documentata e argomentata; l’avvio è per tutti, La Rivoluzione francese. Se interessante è scoprire che non mancano una serie di contributi di teorici del passato alle nostra lotte, deprimente è volgere lo sguardo all’Italia di oggi , alla disoccupazione femminile, alla precarizzazione, alla violenza maschile, allo sfaldamento di alcuni diritti delle donne, all’aumento del numero di obiettori etc. Le autrici si auspicano la nascita di un nuovo femminismo integrato, universale, antirazziale e contro ogni forma di strumentalizzazione, aggiungerei, forse un po’ utopico.

Ilaria Capua, Io trafficante di virus. Una storia di scienza e di amara giustizia, Rizzoli 2017 coll. 13B21

Mi dispiace non aver seguito con la giusta e doverosa attenzione la storia di questa grande scienziata italiana; travolta, nel pieno della sua carriera e dei suoi successi nella virologia, prima ad aver caratterizzato il ceppo africano H5N1 dell’influenza aviaria, da una serie di infamanti e false accuse  e finita a processo. I giornalisti per primi hanno usato, in modo illegittimo e scorretto, delle informazioni che solo successivamente dai magistrati sono state prese in esame. Purtroppo l’ignoranza non si accompagna all’umiltà e questioni scientifiche sono state trattate senza un minimo di conoscenza e attenzione. Negli stessi anni Ilaria Capua era diventata una deputata e la politica, anzi i politici hanno mostrato diffidenza o ostilità. La scienziata ha avuto il coraggio, prima che le accuse oltraggiose di aver trafficato e diffuso virus  cadessero, di dare una svolta alla propria vita e a quella della sua famiglia; si è dimessa a settembre 2016 da parlamentare con un discorso molto bello sul concetto di rispetto ed è andata in Florida ad occuparsi della direzione di un centro di eccellenza. L’Italia, anche questa volta, per cattiva giustizia e falsa informazione, ha perso un suo grande talento.

Marina Casalini ( a cura di ), Donne e cinema. Immagini del femminile dal fascismo agli anni ’70, e. Viella 2016      coll. 13 B44

Il rapporto tra cinema e donne è stato analizzato in questo saggio seguendo una linea storica che interseca i modelli femminili del ventennio con quelli degli anni successivi fino agli anni ’70. Interessante è come del motto mussoliniamo ” moglie e madre esemplare” non si trovi alcun riscontro nell’icona di una femminilità dominante del cinema del ventennio. Queste divergenze le troviamo anche dopo, quando con la Liberazione e con i nuovi diritti acquisiti da parte delle donne, si proponevano ancora immagini, come quella di Anna Magnani, pensiamo a Roma città aperta, che incarnano una femminilità molto commovente, ma sempre conforme all’ideale di mamma e moglie. Il cinema dell’immediato Dopoguerra infatti inaugura ‘la stagione d’oro delle famiglie’ e solo con gli anni ’60 e il miracolo economico, la famiglia si disgrega e appare come nuovo tema l’adulterio, attenzione, le ragazze disinibite e più emancipate sono solo le straniere come Catherine Spaak. Interessante la diversità  negli anni ’70 delle tre attrici di punta del cinema italiano, Ornella Muti, Mariangela Melato e Laura Antonelli sulle quali l’influsso del Femminismo è stato moderato o quasi assente. Da questo saggio si evince quanto il cinema sia risultato uno specchio di composite, ma illusorie immagini di una nuova donna. Consiglio la lettura per le analisi dettagliate e ben argomentate.

LEGGERETE 16 (gennaio 2015)

Natacha Chetcuti, Dirsi lesbica. Vita di coppia, sessualità, rappresentazione di sé. Ediesse 2014

Una ricerca che fa tesoro di una letteratura ricca e fondamentale, aumentandone il valore con l’analisi accurata, con la delicata disinvoltura nelle interviste e con la significativa scelta del campione. Nominarsi determina il nostro essere e il nostro esistere nel mondo e il privato continua ad affermarsi come atto politico. Evidenti sono le differenze d’approccio a secondo delle età e le nuove generazioni, consapevolmente o inconsapevolmente, sono favorite, sostenute e garantite dalle vittorie ottenute dalle generazioni precedenti. Il lesbofemminismo ha lasciato il segno e per quanto le lesbiche non sempre si siano ritrovate nel femminismo, ne hanno fortemente beneficiato. L’excursus storico presente nel primo capitolo merita per esaustività e sintesi ,così come il glossario che risulta un’utile bussola per orientarsi nelle frequenti mutazioni semantiche. La coppia lesbica si apre, forse per la prima volta, ad una indagine che esplora desiderio e sessualità, visibilità e modalità di rappresentazione, trasgressione e norma. L’invisibilità sociale delle lesbiche e la loro appartenenza allo statuto sociale donna determinano percorsi differenti che, se da una parte sembrano dirigersi verso la dissoluzione del genere, dall’altra fanno i conti con una resistenza data dalla soggettività e “dai differenti tipi di rapporto con la norma, la società, le pratiche, le rappresentazioni e gli immaginari”. E’ una lettura che si rivolge a tutte quelle donne che cercano o fuggono il loro genere per inventarne uno solo loro.
Elisa Constanza Zamora Pèrez, Voces desde el telar y un perchero. Voci dal telaio e un attaccapanni. Traduzione di Brigidina Gentile, bubok e. 2013

Delicato e forte insieme questo cammeo di drammaturgia spagnola, tradotto con raffinato sentire di donna. Una voce fuori scena accorda cinque singole voci di un universo femminile; un affresco potente che si stacca dall’immaginario classico maschile. Penelope fugge dal suo telaio e trova la libertà ” e i miei piedi si muovevano al ritmo compassato del telaio (…) La saggezza mi è servita per tessere la mia felicità”; Ipazia aspetta il suo destino mentre continua a guardare le stelle ed il suo corpo è parte già del cielo; la Giullaressa ricorda al re Alfonso X detto il saggio , un tempo suo amante, che lei è una donna libera, istruita e lui un vile sotto la pressione di un chierico infuriato che chiama le donne “ porte dell’inferno”; Suor Juana Ines de la Cruz non si dà pace a dover soffocare il suo desiderio di leggere e di sapere, in nome di Dio. “Ma perché si devono indurre al silenzio tante donne oneste e votate alla scienza? “ E si allontana ripetendo come una litania i versetti del misogino san Paolo: Mulieres in Ecclesis taceant, non enim permittitur eis loqui (Le donne nelle Chiese tacciono, perchè a loro non è permesso parlare). La quinta e ultima voce è quella di una donna cubana che fa la rivoluzione con gli uomini, pensandone un’altra, quella per la cultura, per l’alfabetizzazione, per un mondo migliore. In questa rappresentazione di grande sintesi, il tenace e guerriero spirito delle donne trova la sua armonia.

Paola Lomi, Olimpia, madre di Alessandro Magno. Figlia, sposa, madre e sorella di re, ed. Aracne 2013 NAR coll. 41C6
La Storia con le donne è stata avara di informazioni, negativa nei giudizi, dimenticavo, la Storia maschile; tante sono state le donne che non hanno avuto il giusto riconoscimento per le loro capacità, per il loro valore e per le loro imprese. Qualche volte basta un romanzo, la curiosità di una scrittrice, che ci ritroviamo di fronte sorprendenti e sconosciute eroine: Paola Lomi ha restituito lucentezza ad una donna come Olimpia, per troppo tempo in ombra e soprattutto oscurata da un figlio troppo grande come Alessandro. Una storia appassionante che ci insegna molto della Storia e della sua crudeltà nei confronti delle donne.

Maria Bosco, Donne greche, ed. Prova d’Autore 2014 coll. 41C7
Una prosa poetica che, riecheggiando atmosfere della classicità greca, narra di donne con il nome e in parte il destino di famose figure mitiche e letterarie quali Antigone, Elettra, Ifigenia etc. Amori, dolori, tragedie sono delicatamente descritti, ma forte è il segno che lasciano non solo su chi li vive. Racconti veloci e profondi come emozioni che ci attraversano e il cui ricordo è ancora più forte.

Maria Chiaia, Donne d’Italia, Il Centro Italiano Femminile, la Chiesa, il Paese dal 1945 agli anni Novanta, Ed. Studium 2014

Raccontare cosa sia stato il CIF, dalla sua costituzione (1945) agli anni Novanta, è inevitabilmente raccontare la storia delle donne cattoliche in Italia, delle loro battaglie (contro il divorzio e l’aborto), dei loro valori, dei loro cambiamenti. Una storia che in parallelo corre con quella dell’ UDI con divergenze, ma anche convergenze, una storia che afferma un femminismo cristiano pronto a respingere stereotipi tradizionali di femminilità sottomessa, ma pronto a far guerra ad un Femminismo separatista e conflittuale con il genere maschile. Interessanti le interviste rivolte a tre grandi donne della storia italiana e dell’associazionismo: Marisa Rodano, Paola Gaiotti De Biase e Rosa Russo Iervolino.Maria Chiaia riesce, con un filtro profondo e critico, offertole dalla sua ricca ed intensa esperienza individuale, a restituire senso e valore ad un percorso di grande crescita che le donne cattoliche hanno compiuto in Italia.

 

 

 

 

 

 

LEGGERETE 15 (marzo 2014)

Laura Cima, Il complesso di Penelope. Le donne e il potere in Italia, Padova, Il poligrafo2012 Coll. 16q1
Penelope tesse la sua tela e disfandola la migliora, l’arricchisce, la rende un’opera collettiva che include arazzi anonimi di donne che ogni giorno, in ogni luogo, in ogni campo di ricerca costruiscono la loro storia. Laura Cima ci offre con il suo libro -quattro anni per la stesura – un patrimonio di idee economiche, politiche, storiche, sociologiche, culturali che le donne hanno costruito in migliaia d’anni. A scuola queste storie non si conoscono, non si studiano eppure questo libro potrebbe essere un manuale di cultura trasversale da leggere nel ciclo di studi superiori, sarebbe propedeutico all’insegnamento dei diritti, all’affinamento di uno sguardo critico e consapevole, alla conoscenza della politica e al tragico allontanamento delle donne e non solo da essa. Attualità e storia si intrecciano, dialogano, si confutano e si propongono ai nostri occhi proprio come la tela di Penelope che non attende, ma che procede, controvento, ma inesorabile nella sua opera.

Nadia Fusini, Hannah e le altre, Torino, Einaudi 2013, p. 156
Tre donne intorno al cor mi sono venute, con questi versi si apre un appassionato, concettuale, poetico e filosofico incontro ideale che Nadia Fusini ha con tre donne che sono madri simboliche del nostro pensiero forte del XX secolo: Simone Weil, Rachel Bespaloff e Hannah Arendt. Della prima e dell’ultima si è scritto tanto, ma mai con tale comunione d’anima, della seconda Rachel Bespaloff assolutamente poco. Libertà, spirito critico, studio, determinazione, coraggio segnano le vite di tre donne che attraversano i momenti più terribili del secolo scorso, la guerra e i totalitarismi. Fusini, con una cura amicale più che da studiosa, ci racconta la vita di queste donne, dietro cui aleggia una presenza incancellabile, Virginia Woolf, quest’ultima la guerra non l’ha voluta conoscere e con la morte la ha evitata, ma nella vita l’ha sempre osteggiata e condannata. L’epica omerica con l’Iliade sarà il punto di partenza di Simone e Rachel per l’analisi sulla violenza dell’uomo, ma nessuna delle due pensò per un istante di evadere dal “fondo sconquassato della storia”; contava per loro invece il fatto che l’opera le chiamasse a comprendere meglio il terremoto che stavano vivendo. Rachel è la più misteriosa delle tre donne, è la straniera di famiglia ucraina e di cultura ebraica, studia danza e musica, ma poi trasferitasi a Parigi, città che accoglie molte esuli scampate ai bolscevichi ( Marina Cvetaeva, Nina Berberova, Irene Nemirovsky), leggerà solo libri di filosofia, interpreterà il pensiero di Heidegger alla luce di Bach e da musicista diverrà filosofa. Coinvolgente e poetico è lo stile della Fusini e dunque che sia la lettura a farvelo godere.

Daniela Dato, Barbara De Serio, Anna Grazia Lopez, La formazione al femminile. Itinerari storico-pedagogici, Bari, Progredit 2009
L’educazione di genere è l’unico modo per educare alla differenza e le autrici lo sostengono con interessanti studi e ricerche. Daniela Dato affronta l’urgenza di un’educazione alle emozioni come risposta ad un’assenza di benessere e di fiducia nei giovani. Barbara de Serio ci racconta del silenzio delle bambine e della lunga storia dell’invisibilità sociale, attraverso un excursus della storia dell’istruzione dalla legge casati ai giorni nostri. Anna grazia Lopez ci offre un indispensabile sguardo di genere sul rapporto tra donne e scienza e la battaglia che le donne devono portare avanti contro stereotipi e natura sessuata del linguaggio scientifico.

Gloria Anzaldùa, Paula Gunn Allen, Audre Lorde, Senza riserve. Geografie del contatto, Bari, Progredit 2013.
La donna marginalizzata è il tema affrontato da questo saggio, narrando precisamente le esperienze delle tre scrittrici, la prima chicana, la seconda nata nella multietnica Cubero(New Mexico)e la terza nata da una famiglia di immigrati caraibici, che dagli anni ’70 agli anni ’90 del ventesimo secolo, hanno operato all’interno di università americane per la costruzione degli Ethnic Studies; l’inclusione all’interno del canone letterario di opere letterarie di scrittori e scrittrici non euro-americani. Nasce da loro l’idea di comunità trans-etnica che lega donne di origine diversa:” immigrate, migranti o semplicemente attraversatrici di confini che utilizzano la scrittura come forma di healing, cioè per curare le ferite inferte dalla spaccatura identitaria che deriva dall’essere nate in-between.”

Gianni Fazzini, Caterina Lucarelli, Cortigiane ed eroine. Storie di un “altro Risorgimento”, Roma, edup 2011 Coll. 17B-A11
Tanti sono gli studi e i manuali a disposizione che trattano il Risorgimento italiano, ma troppi sono mancanti e privi di una prospettiva che comprenda a pieno titolo la presenza attiva delle donne; questo volume credo restituisca forza e dignità storica alle donne che hanno costruito insieme con gli uomini l’Unità d’Italia. Ogni ritratto è accurato e ricco di note e le donne non appaiono sullo sfondo o come appendici marginali ai grandi uomini di cui sono state compagne, mogli, madri e collaboratrici. Scopriamo che l’Impresa dei Mille è stata compiuta anche da una donna, Rosalia Montmasson Crispi, ma purtroppo l’ultimo cognome, il più famoso, le è stato fatale. Tante le straniere (Jessie White Mario e Margaret Fuller Ossoli)che sono state attratte dai valori mazziniani, che si sono trasferite in Italia per partecipare alla Repubblica romana e che la nostra storiografia ha poco evidenziato. Finalmente uno sguardo non sessista ha ridato luce a donne che nel periodo post risorgimentale non sono state riconosciute nel loro apporto alla causa storica. Non più stuzzicanti e voyeuristici racconti, ma biografie all’altezza delle vite condotte da queste donne.

LEGGERETE 14

Brignoli L., Giachero L.Giorcelli Bersani S., Donne mito e politica : la suggestione classica in Virginia Woolf, Marguerite Yourcenar e Hanna Arendt, Iacobelli, 2012

Tre originali incontri con la classicità, tre sguardi femminili che con sensibilità differenti recuperano e restituiscono, arricchita, una cultura fatta di miti, poesia, ideali, contraddizioni. Virginia Woolf, attraverso lo studio della lingua greca e i frutti della sua irraggiungibile letteratura, avvertirà forte la distanza con un mondo non più in continuità con il suo. Marguerite Yourcenar si impossesserà del mito che tiene insieme passione e amore, rendendo protagonista una figura laterale per Eschilo ed Euripide, quale quella di Clitemnestra. Hanna Arendt considererà le esperienze culturali e politiche di Atene e Roma come l’origine della cultura occidentale; ma la sua non è un’ammirazione cieca per il passato, anche se emerge il dolore per un’interruzione che lo ha reso irrimediabilmente ‘altro’ da noi.

C. Ali Farah, M.R. Cutrufelli, I.Peretti, I Scego, S. Vulterini ( a cura di), Incontrarsi. Racconti di donne migranti e native, Ediesse 2012coll. 18A28

Straniere che parlano la nostra lingua, straniere che per scelta, non subita, vogliono rivolgersi alle native, ma anche a noi. Incrocio e trasmissione di culture reso possibile da una coinè linguistica, per una volta, italiana. La raccolta è il risultato di un concorso bandito dal “Caffè letterario” della Casa internazionale delle donne che con il sostegno e il patrocinio della provincia di Roma, verrà riproposto annualmente. Le curatrici sono anche le componenti della giuria e con sensibilità, sguardo di genere e passione per la comunicazione tra donne, hanno contribuito, decisamente, ad un’apertura originale, poco praticata finora, dell’orizzonte editoriale.

Corradi Laura, Specchio delle sue brame. Analisi socio-politica delle pubblicità: genere, classe, razza, età ed etero sessismo. Ediesse 2012coll. 22A42B

Sicuramente le immagini e i video di pubblicità hanno un potere maggiore delle parole, ma quelle presenti in questo studio sono indispensabili per comprendere, interpretare e svelare le intenzioni classiste, razziste, sessiste più o meno celate. E’ una ricerca sull’uso improprio del corpo della donna in pubblicità e nei media, di una docente attenta, scrupolosa, intelligente, critica che sa lavorare anche con le sue studentesse. Ogni capitolo sonda, attraversa, enuclea stereotipi vecchi e nuovi che sono l’anima delirante delle pubblicità in questione. Apprezzabile il linguaggio diretto e chiaro, la lucidità di analisi, il coraggio di portare avanti una battaglia necessaria. Ogni capitolo è l’occasione per dare profondità allo sguardo di chi, molto spesso, non si rende più conto di come si guarda o forse non guarda più.

De Toni Alice, Dolentissime donne : la rappresentazione giornalistica delle donne di mafia, Clueb, 2012

Il lavoro è costituito dalla raccolta e dall’analisi degli articoli a stampa che i tre quotidiani “Il Corriere”, “L’Ora” e “Il Giornale di Sicilia” hanno dedicato all’argomento donna mafiosa siciliana, nel corso del ventennio 1963-1982. Ai criteri della ricerca statistica si affianca la ricerca delle fotografie come fonti storiche per la ricostruzione di un modello femminile sempre mutevole. Interessante l’analisi relativa alla difficoltà di tradurre la soggettività femminile in una dimensione esterna al nucleo familiare, la donna mafiosa “che sia moglie o che sia madre (…) non è mai donna in sé per sé, è sempre donna in relazione ad un uomo”(p.109).

Fusco Laura, Da da da, Kolibris2012

Poesie in salsa di jazz

Un impercettibile fluire del tempo del giorno, delle cose che si vedono, delle ombre, della musica, delle voci, dell’acqua, delle luci, per sentirsi come di nuvola perché il giorno si è sciolto è la trama di Via, prima poesia della raccolta Da da da di Laura Fusco (prefazione di Paolo Conte), – della quale ricordiamo anche Aqua nuda (Kolibris edizioni, Bologna 2011) – e la cifra portante della silloge.I tocchi dell’espressione poetica sono rarefatti in Paradise , fluttuano lievi per affrescare il turbamento di un incontro. Lo stupore e il piacere rallentano il tempo, che si frange in domande sospese nella trance: […] Chi l’avrebbe detto?/ Che alla fine?/ Che ti avrei incontrata? […].Tutto è leggero, aereo: […] Poi una folata d’aria /è entrata. Come / una farfalla […].Nel corpo della poesia anche l’evocazione di un noli e tangere ([…] L’ombra della mia mano /ti sfiora l’orlo della veste, ti cade/sulle ciglia. […]), che sigilla l’incanto di questo incontrarsi, di questo contatto ravvicinato a lungo agognato (dove hai trascorso il resto / della vita?). L’emozione è resa con sobrietà ma è intensa ([…] Ti ho fatto posto nel mio specchio, / i miei gesti vagano intorno al tuo sorriso. […]). Apparizione si interroga sulla possibilità di realtà di un incontro. Come nel J. Donne di The Good-Morrow a chi parla sembra di non essere esistito prima ( […] Dov’eri ieri?/ Dov’era ieri […] )(si notino le consonanze) e lotta con la paura di perdere ciò che ha appena intravisto, che è sentito come immateriale: […] Non posso perderti adesso./Non posso farlo ma/ dove sei? […] Anche se/ passeremo passerò passerai,/ è il tuo corpo il soffio/ che voglio stringere. […]. Bianco e Nero apre squarci di silenzio, un paesaggio immobile, in cui gli sguardi si posano sugli oggetti delle ultime azioni compiute e l’acqua circola potente come una grande forza o passione che non può essere trattenuta. Il racconto poetico è a spirale, sembra ritornare sulle impressioni dei ricordi mentre il jazz continua a suonare, a chiosare i contorni di una storia che sfila e si apre come nelle scene di un film. Laura Fusco ha il dono di registrare esperienze interiori corredandole delle cose che vede, delle strade in cui passa, degli oggetti in cui incappa: […] E anche se non abbiamo trovato la soluzione, / o cambiato la famosa prospettiva e basterebbe un soffio, / un black out, una telefonata, / il cielo è bianco, andrò a dormire, / passerò da Via Santa Chiara, Via San Domenico, il Duomo, le Porte Palatine, /con il corpo leggero, di una piuma. […] (Km 5,) come se volesse mettere in scena l’esperienza con il background che le è sotteso, il suo paesaggio specifico o la sua scenografia. Mentre desideriamo, amiamo, soffriamo, guardiamo una natura morta o respiriamo il vento che agita la città o inciampiamo in un sasso, e tutti questi particolari fanno parte dell’esperienza dei sentimenti attraversati. La poesia di questa raccolta rievoca momenti di non ritorno, brevi incontri, afferra i contorni di una scena prima che si sbriciolino. Il jazz attraversa i componimenti, mitizza gli eventi, invita all’abbandono, suggerisce che ciò che è fruibile è passeggero, pazzariello, può riempire di piacere ma sfugge ad ogni possesso. In questi versi si mischiano la frammentarietà del jazz e quella della poesia moderna in senso eliotiano, e “barocco” insieme, nello scomporre e ricomporre la percezione della vita in senso esistenziale, nel penetrare e invadere territori proibiti. L’ultima poesia di Da da da ne sintetizza l’essenza: sempre un racconto che va avanti, un cercare di placare l’anima ( […] Alla fine, / tornando a casa mentre il sax suona, /qualche immagine sarà rimasta addosso per calmarci./ E un retrogusto di tiglio sulla lingua / ci farà baciare in sonno il ragazzo /che abbiamo appena incontrato.). Altre sensazioni, altra musica che accompagna, altro desiderio d’amore, trasportato con sé fino al sogno nel sonno. La musica accompagna tutti i momenti della poesia, fa decantare i sentimenti, che si allargano nelle sue volute, si disperdono e si avviano per sentieri sparsi.

(Anna Maria Robustelli)

LEGGERETE 13

 

 

Federica PaoliPratiche di scrittura femminista. La rivista “Differenze” 1976-1982, Franco Angeli 2011- coll. 17A11B1

Nel saggio presentato il Focus è la rivista Differenze 1976-1982, corredato da una selezione di articoli e dall’indice completo della rivista, prezioso e invitante per una rilettura o prima lettura. Il lavoro parte da un  censimento e una mappatura della pubblicistica periodica femminista per arrivare ad una ricostruzione storica delle posizioni e delle vicende dei collettivi del femminismo italiano degli anni 70. La Ricostruzione del contesto romano è indispensabile per comprendere “Differenze”, nonostante sia stata progettata con un respiro nazionale. La rivista “DIFFERENZE” 1976-1982, fu un progetto assolutamente nuovo perché riuscì a far parlare più gruppi di donne , infatti ogni pubblicazione,  dodici i numeri in tutto,  dà spazio di volta in volta ad un collettivo o un gruppo di donne. Chiara fu la presa di distanza dalle organizzazioni femminili dei partiti che affrontavano la “questione femminile” come se fosse un elemento secondario della lotta politica. Separatismo politico, rivendicazione del significato di femminismo rispetto ad emancipazionismo sono tra i punti di forza della rivista. Potremmo definirlo un Portale dei femminismi in cui non si ricercava, come oggi, in rete, una discussione virtuale, ma si partiva da una discussione effettiva e reale. Federica Paoli da fine e attenta lettrice, ma ancor di più ascoltatrice e parlo di ascolto come sentire  ed entrare in sintonia attraverso le parole con le parole di altre , utilizza una narrazione polifonica, l’unica capace di raccontare una Rivista abitata più che scritta da tante voci e corpi di donne. Si avverte forte lo slancio e lo sguardo, non distante, di una trentenne, che dopo 30 anni, cimentandosi in un’impresa non agile, anche da un punto di vista storico, essendo il femminismo non un’epoca conclusa, persa  e lontana nella storia, ci restituisce tutta l’attualità di quelle idee e quelle pratiche che rendono vivo il senso e il valore,  soprattutto oggi, del  femminismo.

Marina PiazzaL’età in più. Narrazione in fogli sparsi, Ghena ed. 2012

E’ una narrazione privata e pubblica che sfugge a qualsiasi definizione di genere letterario, ma si scopre tutta per la sua autenticità e immediatezza. Pochi pensieri su un’età che incalza, ma molte sensazioni e ricordi di un vissuto ricco e coinvolgente. Le emozioni che accompagnano la vita sono anche dolorose e l’autrice non si sottrae, ma persevera nell’inoltrarsi anche verso sentieri inevitabili, che percorreremo tutte: ” Ma come, / disabituarsi così d’improvviso/ a se stessi?/ al succedersi del giorno e della notte/ alle nevi dell’anno prossimo?/ al rosso delle mele?/al rimpianto per l’amore, / che non basta mai?” (W. Szymborska). Marina Piazza appartiene ad una generazione forte, consapevole, aperta e non è un caso che l’andamento della sua narrazione sia imprescindibile dal suo passato, da un femminismo che le ha dato coraggio per affrontare anche la solitudine nella politica. Finalmente ha scritto un libro sul tempo per sé, che le donne poco si concedono, e ha potuto dire con le parole di Betty Friedan: sono me stessa a questa età.

Lettura per chi si sente vecchia, ma non adulta

Natasha WalterBambole viventi. Il ritorno del sessismo, Ghena ed. 2012

Dopo Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini, Sii bella e stai zitta di Michela Marzano e i video di Lorella Zanardo, si aggiunge una voce britannica, quella di Natasha Walter a confermare che il sessismo è in piena rinascita nella società, nell’educazione, nella cultura. Ce lo raccontano i giocattoli per le bambine, gli stereotipi per le ragazze, il mondo del lavoro, quello dello spettacolo, i media etc. E’una ricerca attenta a tutti quei fenomeni di regressione che sfuggono ai tanti, ma non alle poche che da una vita li combattono. Nell’ultimo capitolo Cambiamenti l’autrice, elencando una serie di iniziative di gruppi di donne che ancora resistono e hanno un sogno, conclude con questa frase: ” Non c’è bisogno di pensare che si debba ripartire da zero, le fondamenta femministe sono ben salde nella nostra società”. Alcune volte si fa fatica a crederlo.

Serena GuerracinoDonne di passioni, personagge della lirica tra differenza sessuale, classe e razza , Editoria & Spettacolo 2011 coll.30E19A

Nella collana Disseminazioni curata da Paola Bono, studiosa e critica di teatro e appassionata di studi di genere, compare Donne di passioni, un interessante e originale viaggio insieme con delle eroine della lirica, ma ancora meglio con delle “personagge”. La riflessione della Società Italiana delle Letterate sulla personaggia è imprescindibile da questo lavoro; ma cosa si intenda per personaggia e che cosa renda un personaggio femminile una personaggia è il seguente assunto: “Prima di tutto la personaggia ha vita propria, ossia si rende autonoma dall’autore o testo originale attraverso un caleidoscopio di reincarnazioni. Così è per Margherita/Violetta/Marguerite, ma anche per le infinite Carmen e per tutte le fanciulle dagli occhi a mandorla che riecheggiano Butterfly”. L’opera risulta un vero genere al femminile, “in grado di elaborare l’esperienza delle donne sul labile confine della norma patriarcale”. Il saggio di Serena Guerracino coglie una serie di intrecci e confluenze tra le donne, la lirica, il dolore e le questioni di genere, di razza, di classe per restituirci un immaginario femminile senza confini, potente ed evocativo.

 

LEGGERETE 12

Giancarla Dapporto, La ribellione di Antigone, Roma, Portaparole 2011
Un romanzo splendido così come è splendido il personaggio di Antigone, ancora una volta affidato alla narrazione d una donna attraverso la voce di un’altra donna, Ismene la sorella dell’eroina tebana. La Dapporto dimostra di padroneggiare, anche nelle citazioni del libro e nella rillettura approfondita che ne dà per la Libera Università delle Donne, le varie riletture del mito. Sceglie la prosa ed una prospettiva che le permette, da una parte, di eprimere tutto il suo affetto verso questa figura di donna ribelle, e, dall’altra, di ricostruirne tutte le vicende familiari.


Federica Falchi, Giuseppe Mazzini: la democrazia europea e i diritti delle donne, Firenze, CET 2010
L’autrice ricostruisce una storia che avrebbe meritato più risonanza in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità, quello cioè dell’uguaglianza fra uomini e donne nel pensiero mazziniano. Con precisione storica, documentando ogni affermazione, la Falchi, raffinata e profonda conoscitrice delle cose mazziniane e del dibattito sulla “questione femminile”, analizza gli scritti, le letture e le frequentazioni londinesi del Mazzini, per dar voce a quell’interelazione che si sviluppò con John Stuart Mill, la famiglia Ashurst, Margaret Fuller, William Linton e tutte le altre figure impegnate nel movimento suffragista nazionale ed internazionale.


Silvana Panciera, Le beghine. Una storia di donne per la libertà, Gabrielli ed. 2011
Nel buio del Medioevo, sorprendentemente, lo slancio e la spiritualità delle donne aprono spiragli che illumineranno anche i secoli successivi. Il movimento delle beghine tra l’XI e il XIII è stato un punto di riferimento e di rinascita per la mistica cristiana che, soprattutto nelle Fiandre e nel Nord Europa troverà spazi e consensi per il suo consolidamento. Pur non mancando roghi esemplari come quello di Margherita Porete a Parigi nel 1310, le beghine, affascinante lo studio ricco e complesso sull’origine di questa parola, diedero vita ad uno dei percorsi spirituali più originali. Queste donne definite anche mulieres religiosae pretenderanno da una Chiesa maschile e gerarchicamente strutturata, di esistere socialmente senza essere né mogli né monache e senza una tutela maschile. Indipendenza istituzionale e utonomia economica solo le prerogative di queste comunità che aprono un varco all’impegno religioso femminile. Il beghinaggio appare come una via alternativa a quella monacale e secondo studiose quali E.T.Knuth non era un movimento eretico, a dispetto della tesi che fa derivare il termine “beghina” da Albigesi e nonostante l’Inquisizione interpretasse l’affermazione”abbandonare le virtù” di Margherita Porete come non riconoscere la legge morale. Nei secoli successivi il movimento continua a sopravvivere nei Paesi bassi, dove i beghinaggi si moltiplicano. Queste cittadelle circondate da un muro di cinta diventano parrocchie autonome con la loro Chiesa, il loro cimitero, le strade, le case individuali e comunitarie. Interessante conoscere le regole di ciascun beghinaggio, alcune stabiliscono in modo dettagliato il lavoro e la preghiera, le condizioni di ammissione, il noviziato, l’abbigliamento. Non continuo perché la lettura di questo saggio, come quasi tutta la storia delle donne, è invitante e non ostica.


 

Silvia Calamati, Le compagne di Bobby Sands, Castelvecchi 2011
L’autrice, profonda conoscitrice della realtà irlandese, partecipa con tutta l’anima, raccoglie, registra e trascrive il dolore di alcune voci narranti, testimoni dirette della tormentata storia dell’Irlanda del Nord. Ogni capitolo di questo libro narra la storia di una donna diversa, non sempre nota, ma pur sempre protagonista per la forza e il coraggio con cui vive in prima persona e sulla propria pelle la violenza e lo strazio del conflitto che ha privato questa terra e questa gente di diritti inalienabili quali la libertà, la dignità e perfino il diritto alla vita e che ha segnato la storia dell’Irlanda del Nord dai primi anni ‘70. Le testimonianze si susseguono giungendo fino a tempi recentissimi e denunciano la “congiura del silenzio” che ancora nel 2001 nasconde all’opinione pubblica le sue vittime. Suggestiva infine, è l’idea di aprire ogni capitolo con una breve leggenda che si riferisce ad una eroina o divinità femminile della mitologia celtica, in un contesto dove – fino a ieri – era esplicitamente vietato far uso della lingua gaelica.


L. Frigenti, S. Giacometti, L.Vannucci, Il mondo delle donne nei libri della Biblioteca Biomedica dell’Università di Firenze, Nicomp L.E. 2011
La Biblioteca biomedica dell’Università di Firenze, in occasione di una mostra allestita nel 2010, ha esposto i suoi preziosi testi ( XVI – XIX sec.), tra cui anche manoscritti e cinquecentine, sulla figura della donna nella medicina e in relazione soprattutto al parto e alla gravidanza. La storia delle donne nella medicina ha caratteri “carsici” rispetto alla medicina ufficiale, ma proprio per questo è un’avvincente esplorazione nei secoli passati in cui da sempre le donne sono state chirurghe, levatrici e guaritrici e si sono dovute scontrare con contesti sociali e culturali estremamente diffidenti e maschilisti. Se Trotula, la medica salernitana del Duecento è stata oggetto di studi storici medioevali, sicuramente ancora poco conosciuta e studiata è una certa Agnodice che secondo il racconto di Igino, studiò medicina ad Alessandria d’Egitto ed esercitò ad Atene, travestita da uomo. Alla ricchezza bibliografica e iconografica del catalogo si deve aggiungere il valore dei contributi presenti in esso: l’ introduzione di Donatella Lippi che ci regala un excursus di storia delle donne nella medicina dall’antichità ad oggi, il saggio, La donna come soggetto di cura: professioni delle donne e stereotipi di genere svelati da antichi libri di medicina della direttrice della Biblioteca Biomedica, Laura Vannucci, lo studio di Stefano Giacometti che rivendica il sostantivo medica, negato invece da una lingua sessista, Uomini che nominano le donne: menzioni di antiche medichesse e ancora Le immagini del mondo delle donne negli antichi trattati di ostetricia della Biblioteca Biomedica di Lucia Frigenti.

 

 

LEGGERETE 11

Genziana Brullo, Studi sullo stupro, Aracne 2010

Questo saggio, partendo dall’analisi della natura della violenza e studiandone le sue manifestazioni, arriva al focus della violenza sessuale. Si risponde alla mancanza di una riflessione culturale sul tema della violenza, utilizzando, come luogo principale di osservazione, il centro antiviolenza “luogo fisico, oltre che simbolico e politico, che riconosce e afferma l’inviolabilità del corpo femminile”, con tutta la carica emotiva delle testimonianze e dei racconti delle donne. Precisa e ben documentata la ricostruzione storica degli studi sulla violenza attraverso il femminismo e i femminismi.


L’emancipazione malata. Sguardi femministi sul lavoro che cambia, Libera Università delle Donne 2010
Non si può parlare del lavoro delle donne, della crisi che lo attraversa, senza la consapevolezza di un necessario sguardo che tenga conto non del generale, né del particolare, ma delle intersezioni di genere/classe/cittadinanza; questo il presupposto della raccolta di interventi nati dalla riflessione di donne della Libera Università delle donne di Milano che hanno reso questa riflessione occasione per la costruzione di una rete femminista, capace di teorizzare, ma anche di fare. Tante analisi, accurate, argomentate e indirizzate tutte verso una prospettiva di cambiamento che solo nella pratica politica può realizzarsi.


Francoise Frontisi-Ducroux, Trame di donne, Angelo Colla ed. 2009
Per chi ama rileggere con uno sguardo di genere, più affilato e critico, la mitologia legata alle figurazioni femminili, questo saggio sarà illuminante. Le donne quali Arianna, Elena, Penelope, Filomela, Procne, Arianna, ed altre sconosciute, unite da un’antica arte, quella del tessere la lana, si prestano a diventare madri delle arti e ispiratrici di un immaginario comune alle artiste contemporanee.

 

 


Cristina Zanetti, Stop Movie,L’ingrato compito di vivere al passato, Venezia, Cicero 2009

In Stop Movie L’ingrato compito di vivere al passato, romanzo dai forti connotati biografici di Cristina Zanetti, sono raccontati con una bellissima scrittura, capace di dialoghi fulminanti e osservazioni venate di un cinismo che incanta, una madre distruttiva, repressa e depressa, da cui difendersi; un padre deresponsabilizzato e irresponsabile da cui prendere adeguate distanze; la fidanzata “storica” Marina – determinata e determinante sia nella condivisa militanza politica (per l’ Associazione Visibilia che organizza il Festival di cinema lesbico Immaginaria), sia nella condivisa vita quotidiana – con cui calibrare il bisogno di adesione alle aspettative e il pericolo dell’espropriazione; e, di contorno, caratterizzazioni indimenticabili delineate con poche pennellate impressionistiche. Un indomabile coraggio, unito al disincanto dello humour e alla pietas consapevole per la tragedia umana, caratterizzano la protagonista che, giustamente, si merita il lieto fine. (Giovanna Olivieri)


Michela Zucca, Storia delle donne. da Eva a domani, Simone ed. 2010
Conoscere la storia delle donne è studiare la costante intersezione tra privato e pubblico, tra quotidianità e straordinarietà. L’approccio etnologico, adottato ormai da anni, pone attenzione particolare a quei dati secondari che, per molto tempo, sono stati considerati indegni di un’analisi scientifica. Tenendo conto della grande capacità di sintesi dell’autrice, non è facile raccontare la storia delle donne dall’antichità ad oggi in un solo volume, l’opera merita di essere un manuale obbligatorio di Storia nei Licei e non solo.


Michela Zucca, Donne delinquenti, Simone ed. 2009
Questo saggio si propone, grazie ad una ricchissima documentazione, di raccontare con un’ottica di genere la storia delle culture minoritarie, dei popoli marginali, dei ceti subalterni, avversari dichiarati e coscienti del potere costituito. In tal modo le individualità discriminate, tra cui le donne, possono essere finalmente legittimate. Nel corso del tempo sono state proprio le donne, erboriste, mediche, veterinarie, streghe, tarantolate, sibille, brigante, eretiche, assassine, delinquenti a conservare le tradizioni, a raccontare le leggende, a tramandare i miti. La ricostruzione, molto suggestiva, attraversa il medioevo nella sua oscurità, nella sua violenza, nella sua superstizione fino alle grandi repressioni della società moderna. Il lavoro si rivolge a chi studia antropologia, ma non allontana certo la curiosa lettrice.

 

 LEGGERETE 10

Brigidina Gentile (a cura di), L’altra Penelope. Antologia di scrittrici di lingua spagnola, Oedipus 2008

Già con l’introduzione, la curatrice e traduttrice Brigidina Gentile ci irretisce e ci fa sfilare dalla memoria le numerose immagini di Penelope che in ognuna di noi sono cresciute e cambiate a secondo dei nostri stati d’essere. La Penelope studiata a scuola, in ombra, in attesa, complemento di Ulisse sbiadisce e si rafforza la Penelope soggetto, azione, passione; non più una tessitrice che sfila, ma una filatrice che tesse il proprio destino rendendo perfino il viaggio di Ulisse un disegno della sua tela. Alla lettura delle  poesie e delle prose che danno molteplici voci all’anima di Penelope, si sovrappone una lettura interiore che ci conduce verso l’altra Penelope, quella che non sta sotto i nostri occhi, ma nella nostra mente. E chi traduce sospinge da una sponda ad un’altra la lingua, consegnandoci un mito senza confini.


Iaia de Marco, Blu oltremadre, Ed. Dante e Descartes 2008

Una corrente di parole ci spinge lontano, al largo, dove la profondità cambia colore e ci svela l’incontro tra la vita e la morte. Uno sguardo aperto all’altro è testimone di una vita che i ricordi illuminano e oscurano. Una confessione di un’assenza che l’ascolto non rende solitaria, ma che arricchisce e ricostruisce con parti mancanti della memoria. L’io racconta e condivide in un dialogo emozionante le contraddizioni dell’essere. La rilettura del passato diventa una fine analisi del presente e il ricordo di una madre una imprevista presa di coscienza.


Esther Basile, Fragori di un sogno, ed. Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leon 2009.

La sinestesia del titolo ci invita a leggere il mondo con tutti i sensi « so il fragore| di un sogno | fatto di ritrovamenti », rompendo l’univocità monocromatica di un presunto pensiero assoluto  « Nell’ombra| ricuci il modo sfavillante| di essere geroglifico|». Le parole ondeggiano tra mare e cielo, tra aria e terra, con forti chiasmi invertono continuamente la rotta, suggerendoci un viaggio nella profondità dell’essere femminile « il tempo ora| ha promesse di mare|». Un limpido ritmo alterna note antiche e moderne e alla ragione fa eco «[…] la pazzia | che alimenta il vulcano| ». L’impeto è passione, ma anche condivisione « con i rivoluzionari | di una nuova pace | rimasti bambini |». L’amore è totale  « accetto di essere | di infiniti frantumi con te|». E nella notte il canto si alza tra vertigini e abissi e  « l’aria e l’acqua | si incatenano nella notte| silente » e il desiderio, fatto di respiri, ferma l’eternità.


Giuliana Giusti e Susanna Regazzoni (a cura di), Mi fai male. Atti del Convegno Venezia 18-19-20 nov. 2008, Comitato pari opportunità dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ed. Cafoscarina 2009

Il volume, che raccoglie gli atti del convegno Mi fai male…Contro alla violenza alle donne, è articolato in modo tale da offrire una serie di strumenti per un’analisi concreta del fenomeno in questione. Dati, statistiche e misurazioni sono accompagnate da una lettura ampia e approfondita che ci consente di comprendere motivazioni e cause storico- sociali non ancora affrontate. La violenza non è però solo fisica e sessuale, ma è anche fatta di parole e la lingua ne è un esempio. A tal riguardo invito a leggere, con attenzione, la parte curata da Giuliana Giusti che ricostruisce il sessismo nella lingua italiana, con un approccio aperto e critico anche nei confronti di un femminismo che non lo ha posto tra sue priorità. Forte ed efficace questo contributo che propone una necessaria riflessione sulla lingua e su una piena padronanza di essa da parte delle donne per diventare soggetti ed essere visibili.


Donatella Paradisi,  L’osteria di Nunziata, ed. Robin 2010
Questo sontuoso affresco della Roma papalina è il risultato di una minuziosa ricerca di cui le ricche note a piè di pagina forniscono ampia documentazione. I luoghi, i nomi e le tradizioni popolari animano i rioni dove si svolge la vicenda. Il romanzo si incentra su un delitto avvenuto  nell’ultima notte di Carnevale del 1837, visto con gli occhi di Nunziata, prorompente e volitiva popolana. La sua vedovanza, nel garantirle indipendenza economica e libertà da vincoli familiari, le permette di  tornare padrona del suo destino e muoversi in autonomia in un mondo altrimenti ostile e acquistare gradualmente consapevolezza di sè.


LEGGERETE 9

Anna Ascenzi, Il Plutarco delle donne. Repertorio della pubblicistica educativa e scolastica della letteratura amena destinate al mondo femminile nell’Italia dell’Ottocento, EUM 2009  20D17

“Avete qualche idea del numero di libri consacrati alla donna nel corso di un anno? Avete qualche idea del numero di questi libri che sono stati scritti dagli uomini?  Sapete che fra tutti gli animali della creazione voi siete quello di cui si discute di più?(…)Uomini che non sembrano in apparenza qualificati a parlare di donne se non per il fatto di non esserlo” Questa citazione tratta da Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf non a caso è l’exsergo di questo libro che evidenzia il ruolo storico, sociale e culturale della pubblicistica educativa e scolastica della letteratura amena destinate al mondo femminile nell’Italia dell’Ottocento.. Da questo repertorio ne esce un nuovo ideale femminile: quello di moglie, madre, docile, devota, ma attenzione, questa è la novita, borghese. Poche le scrittrici, tra cui però mi piace ricordare Caterina Franceschi Ferrucci, con una sensibilità più novecentesca che sostiene con vigore un’istruzione alle donne più ampia.


Patrizia Caporossi, Il corpo di Diotima. La passione filosofica e la libertà femminile,
Quodlibet 2009    20D18

Appassionante, ricco e complesso il percorso che l’autrice ci illustra sulla filosofia del ‘900. La libertà che parte dalla conoscenza di sé, della differenza e delle parole è il filo che lega una serie di riflessioni sul pensiero delle donne e sulla loro pratica politica. La libertà femminile è il prodotto di significanza e autorevolezza che le donne conquistano attraverso il loro vissuto, attraverso il loro corpo. Con la differenza sessuale femminile, invisibile nella storia, si disvela finalmente ” una filosofia femminile che non pianga il disagio della condizione, ma sia per-sé-e-in-sé”. Privo di conclusione, questo libro lascia aperta la discussione e la continua ricerca.


Del Zotto Carla, Rosvita .La poetessa degli imperatori sassoni, Jaca Book 2009  22B16

Nella lontana Germania, in epoca ottoniana, i i tanti monasteri femminili guidati da badesse insigni per casata e per abilità e culle per spiriti femminili appassionate di religione e cultura, rendono sicuramente meno buio il medioevo. Rosvita, monaca presso la famosa Abbazia di Gandersheim, luminosamente coniugherà cristianesimo e classicità, tradurrà Terenzio e se ne ispirerà nella composizione dei suoi Drammi. Rosvita, donna di talento e cultura, ci restituisce un Medioevo molto meno noioso e opprimente di quello che abbiamo studiato sui libri di scuola.


Dufrasne Dieudonné, Donne moderne del medioevo, Jaca Book 2009  22B12

Le beghine: ” Sono donne coperte di stracci, donne dei quattro venti. (…) Sono tutte sante se essere sante significa non essere nulla.(…) Sfuggono al matrimonio come alla Chiesa, al giorno come alla notte. Sono definite folli, si vuole rinchiuderle in un chiostro, seppellirle in una morale.Ma nessuno vi riesce. Se ne brucia qualcuna..I loro scritti sono confiscati. Sono subito ricopiati.” (C.Bobin) Oggi il termine beghina è assai screditato, spesso designa donne esageratamente pie e devote, vestite tutte di nero.  Questo libro può solo aiutarci a comprender la grande spiritualità del movimento delle beghine “orfane di nascita” e a farci scoprire un medioevo oscurato per troppo tempo da una storia di soli “grandi uomini” che non hanno saputo fare altro che innescare guerre e sciagure sociali.


L. Magazzeni, F. Mormile, B. Porster, A. Robustelli (a cura di) Corporea. Il corpo nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese, Le voci della Luna 2009

Non è una semplice antologia, ma una preziosa e coraggiosa impresa di raccogliere e tradurre poesie, in lingua inglese, di donne che danno forma e voce al corpo, nutrendolo con intelligenza, accarezzandolo con suoni, valorizzandolo con le loro esistenze. Sono testi dell’ultimo quarantennio, di cui molti inediti, che vengono selezionati e accostati grazie ad una superba architettura di ben sette sezioni che introduce ad una lettura più ricca e attenta. Miti, metafore, amore, disamore, desiderio, nascita, invecchiamento, malattia, violenza, separazione sono la lingua di questo universo poetico il cui moto nasce dal corpo, mosso a propria volta da una coscienza femminista e femminile, da un’ironia che aggiunge lucidità ed elimina ogni forma di retorica. E’ una lettura che soddisfa lo sguardo di genere e la passione per la poesia, comunicate insieme dal lavoro eccellente delle traduttrici.


LEGGERETE 8

Demaria Cristina, Violi Patrizia (a cura di), Tecnologie di genere. Teoria, usi e pratiche di donne nella rete, Bononia University 2008     20D37

Finalmente un saggio che ci rende partecipi non solo di dati e statistiche sull’uso di Internet da parte delle donne, ma delle modalità e delle forme praticate nella rete. Un’analisi immancabilmente interessante e nuova è quella della nota linguista Patrizia Violi che sonda la blogosfera, altrettanto ricca e approfondita quella di Marzia Vaccari sui motori di ricerca e la falsa neutralità con cui ci sfama Google. Viene citato anche il blog di Lilith e non solo, insomma un libro che insegue le nostre tracce sulla rete.
Consigliato a tutte le blogger, forumiste e femministe virtuali


Goldsmith Barbara, Genio Ossessivo. Il mondo interiore di Marie Curie, Codice edizioni 2006

Un appassionato e doloroso viaggio con una delle scienziate che più hanno segnato l’inizio di una nuova era per gli studi scientifici dell’inizio del XX° secolo. Fisica, matematica, chimica Marya Salomee Sklodowska, nota come Madame Curie, con la sua passione, la sua determinazione, la sua genialità ha dato forza a tutte le donne che come lei si muovevano in territori culturali ostili e discriminanti. Insignita di due premi Nobel, ha sempre lavorato con scopi altamente umanitari, penso all’uso del radio, che lei stessa aveva scoperto, per trattamenti medici e non industriali: ” odiava la guerra e la trovava insensata”. Non è una vita romanzata, né un freddo curriculum scientifico, ma il giusto connubio di aspetti interiori di cupezza e sofferenza e di aspetti esteriori, razionali e lucidi analizzati con uno sguardo attento e di genere, capace di offrire un’emozionante chiave d’accesso alla vita di Madame Curie.
Consigliato alle lettrici di sentimento e ragione


Grande Mariella, Un orologio senza tempo, Il filo 2009 NAR

Un racconto con un respiro da romanzo, che si muove tra ricordi che disegnano una vita di una donna. La leggerezza e la forza emozionante di chi scopre nella solitudine il senso di un percorso che, senza negazioni, ricompone e custodisce ogni istante dell’esistenza. Dal dolore all’amore, dalla fine all’inizio, dal passato al presente tutto si svela nella sua bellezza. Atmosfere alla De Cespedes si illuminano di una consapevolezza che rende domina assoluta la libertà femminile di aprire e chiudere il cerchio della  vita.
Consigliato a chi ama ricordare


Sergio Salvatore Maria, Donne in toga. Dal tempo di Roma antica al tempo nostro, Colonnese
editore 2009

Questo scrittarello, come lo definisce l’autore Salvatore Maria Sergio, è un susseguirsi di nomi, citazioni latine e dotti riferimenti. Spesso si dilunga in apprezzamenti sulle fattezze più o meno affascinanti di donne, che nel tempo si sono aggirate nelle aule di giustizia. Lo stile è quello dal sapore un po’ antico di un signore napoletano di altri tempi, eclettico intellettuale, penalista e bibliofilo, nonchè schermidore e scacchista. La graziosa veste grafica di questo libricino risulta essere il suo aspetto più accattivante


Storch Maja, Donne forti, deboli con gli uomini forti, Magi edizioni 2006   20A49

Nonostante l’inizio un po’ debole, il lavoro della psicoanalista junghiana prende via via forza, arricchendosi di esempi e di immagini estremamente efficaci, penso al capitolo sull’ombra e al tentativo di rendere la casistica clinica più un’indicazione che una legge fissa. E’ proprio l’ultimo capitolo a dare ampiezza alle riflessioni  sulla donna forte e alla libertà che troverà, con uno sguardo consapevole, a modo proprio e senza modelli, di relazionarsi, riducendo vittimismi e conflitti.
Consigliato a tutte le fanciulle deboli che sono nascoste nelle donne forti


Castorina Miriam, Le donne occidentali nei diari dei viaggiatori cinesi dell’Ottocento, Nuove Edizioni Romane 2008   20C48

Per una volta cambiamo prospettiva e sentiamoci noi occidentali ‘esotiche’agli occhi di viaggiatori cinesi. A metà ‘800 delegazioni cinesi iniziarono a viaggiare verso l’America e l’Europa, appuntando su preziosi diari di viaggio osservazioni, commenti e talvolta critiche alle nostre usanze. Le donne occidentali sono il primo focus che attrae gli occhi allungati di questi visitatori e, strano a dirsi, è proprio l’istruzione delle donne che li colpisce come elemento distintivo e come grande ricchezza. Le donne potevano istruirsi, lo Stato consentiva non solo agli uomini la cultura e questo non era  certo dato alle donne cinesi, ricordate dai nostri viaggiatori, ancora a quei tempi, per i piedi fasciati e la totale sottomissione all’uomo. Oltre l’istruzione, era la libertà, perfino nel matrimonio, un secondo dato d’interesse che mai è stato oggetto di aspro disprezzo, i cinesi sono più tolleranti degli usi altrui, eccetto la definizione data alle donne americane ” sono come uomini”. Anche la morale e la sessualità occupano grande spazio in questi diari, in cui è interessante l’analisi e il confronto costante tra due sguardi e prospettive antitetiche. In Inghilterra era già iniziato il movimento d’emancipazione delle donne, ma i cinesi erano confortati di come gli uomini anche lì non potessero che ostacolarlo.


La Capria Cristiana, Biancaneve Divorzia. L’innamoramento in età contemporanea, Il filo ed. 2008

Il tema del saggio è la trasformazione che l’innamoramento ha subito nel corso della storia ed il felice titolo Biancaneve divorzia è tratto da un originale testo teatrale di un’insegnante e non solo, a noi ben conosciuta, Stefania De Biase, la nostra stimata direttrice di Archivia. Sono quattro le forme d’innamoramento prese in considerazione e caratterizzate da un tempo, da uno spazio e da un rapporto tra i ruoli diverso: l’innamoramento romantico, l’innamoramento puro, l’innamoramento pragmatico e quello elettrochimico. A voi il piacere di scoprirli.
Consigliato alle amanti di ragione e sentimento


Levi-Montalcini Rita, Tripodi Giuseppina, Le tue antenate. Donne pioniere nella società e
nella scienza dall’antichità ai giorni nostri
, Gallucci ed. 2008    20C46 AR

Divulgare alle giovani generazioni è il costante obiettivo della grande scienziata Rita Levi-Montalcini, ma questo libro io lo leggo come un invito a donne e uomini a scoprire un passato pieno di ombre, le donne, che hanno dato una luce immensa alla ricerca e alla scienza. Non ci si stanca a conoscere le vite di settanta donne che dal IV sec. d.c. ad oggi si sono dedicate, rischiando, perdendo, sacrificando la loro vita allo studio della matematica, della fisica, dell’astronomia, della biologia, della chimica, della medicina con risultati, in massima parte, non riconosciuti. Donne ombra, sorelle, mogli, compagne oscurate dai loro uomini e da una storia che le ha volutamente defraudate e sepolte. Ora è proprio una donna che col suo grande valore, riconosciuto in tutto il mondo e da tutti, ricorda il passato e le sue illustri antenate, dando forza a quelle genealogia femminile, per troppo tempo, interrotta.


Memoria del buio. Opera collettiva di 112 prigioniere politiche argentine 1974-1983,
Sperling & Kupfer 2008  20D8

Dal 1974 al 1983 in Argentina migliaia di uomini e donne sono state uccise, tra questi le più fortunate sono state imprigionate e ci hanno raccontato con le loro lettere l’inumano. Nel carcere di Villa Devoto 1200 donne dai quattordici ai settanta anni hanno vissuto una detenzione fatta di sofferenza e di torture inaccettabili. Questo libro appartiene a tutte loro che  hanno deciso di scrivere collettivamente la loro terribile esperienza. Un pezzo di storia, quello dei golpe militari in Sudamerica, fatto con le storie delle protagoniste che lo hanno documentato con il cuore e con la ragione.
Consigliato a chi conosce la rabbia


Miglio Luisa, Governare l’alfabeto. Donne, scrittura e libri nel Medioevo, Viella, 2008   20D6

Sono tanti, ormai, gli studi che ci hanno restituito un’immagine sempre più ampia e meno univoca della donna nel medioevo e dei suoi rapporti con la cultura. La scrittura delle donne  in Toscana nel XV° sec è oggetto di questo saggio, ma non la scrittura intesa come produzione intellettuale e creativa, quanto abilità tecnica e resa grafica. L’autrice, paleografa appassionata, ci offre  l’edizione critica di sessantasei lettere di donne di varie estrazioni sociali e dalla cui lettura fa emergere una serie di riflessioni utili a comprendere se vi siano o meno specificità femminili nella grafia e quanto sia sempre stato ostacolato alle donne l’apprendimento della scrittura più che della lettura.


Rossini Daniela (a cura di), Le americane. Donne e immagini di donne fra belle Époque e Fascismo. Biblink editori 2008   20D

La premessa per comprendere quanto e come l’immagine femminile abbia influenzato e sia stata oggetto di propaganda culturale e politica è riconoscere che il potere di dare forma alla propria immagine, le donne non l’hanno quasi mai avuto. L’iconografia femminile è maschile, soprattutto quando la fotografia non aveva ancora sostituito le illustrazioni. Grandi illustratori hanno dominato la carta stampata e sono stati i veri ideatori di un’immagine femminile che è diventata modello, ad esempio Charles Dana Gibson che tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 disegnò la Gibson Girl: una giovane donna alto borghese, rappresentante della upper class, una donna nuova, istruita, libera  che guida la macchina e pratica sport. Negli anni ’20 si contrapporrà un’altra figura radicale, la flapper, chiamata garconne in Francia o ‘maschietta ‘ in Italia: androgina, indipendente, destabilizzante. In Italia è interessante il rapporto d’odio e amore che si instaura con questi modelli americani; il fascismo, per quanto proponga un modello femminile di madre, massaia, dovrà fare i conti con un cambiamento irreversibile  che coinvolgerà anche le italiane. Sicuramente il cinema americano, più delle riviste, in Italia travolgerà e colpirà il pubblico femminile. A chi voglia approfondire non resta che leggere questo prezioso saggio.
Consigliato a chi usa solo il proprio specchio


Sarfatti Anna, Quante tante donne. Le pari opportunità spiegate ai bambini, Mondadori 2008

Regala ad una bambina
Questo libello in rima
Potrà così scoprire
Il suo nuovo avvenire
Ricco di passioni e professioni
Tutte sue senza limitazioni.
Imparerà che con la fantasia
La realtà è la cosa più bella che ci sia,
coglierà ogni opportunità
fiera della sua vitalità.
Leggete le filastrocche della Sarfatti
Vi piaceran da matti.


Cambi Franco (a cura di), Archetipi del femminile nella Grecia classica, Unicopli 2008  20C24

Una rilettura di quegli archetipi o modelli originari e vincolanti del femminile ( da Elena a Penelope, da Medea ad Antigone) nell’Epos e nella Tragedia è il filo conduttore seguito nei saggi presenti nel volume. La complessità del femminile emerge con forza nei poemi omerici e nelle tragedie, facendosi modello interpretativo di una società in evoluzione. Le analisi accurate e originali sono il risultato di uno sguardo moderno verso la classicità.

Per chi non ha uno sguardo classico.


Lulli  Francesca, Microfinanza, economia popolare e associazionismo in Africa occidentale.
Uno sguardo al femminile
.
Editori Riuniti 2008

Per chi avesse voglia di inorgoglirsi di un pensiero economico sociale e solidale, questo studio di Francesca Lulli, antropologa, fornirà tutti gli strumenti per comprendere il valore e la forza di meccanismi che sfuggendo alle logiche classiche, etnocentriche e spesso discriminanti della politica economica degli Stati occidentali, puntano sull’utilità del credito per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere. Si tratta di microfinanza che comprende tutta una serie di istituzioni che assicurano servizi finanziari modesti, generalmente legati a prestiti e depositi, adeguati a popolazioni che per svariati motivi non hanno accesso ai servizi finanziari classici. Indiscutibile la centralità femminile in questi modelli alternativi, soprattutto nel microcredito dove i soggetti principali sono proprio le donne.

Per chi crede ancora in un’etica economica


Marola Barbara, Munini M.Teresa, Regio Rosa, Ricci Barbara ( a cura di),
Fuori norma. Scrittrici italiane del Novecento
, Luciana Tufani ed 2003  20C19

Grazie ad ininterrotti studi e ricerche di donne, riscopriamo donne dimenticate dalla storia e dalla critica letteraria recente, è il caso di Vittoria Aganoor, di Paola Drigo, di Rosa Rosà e Lina Pietravalle, tutte vissute a cavallo tra ottocento e novecento. La prima, poeta,  rielabora antico e moderno nelle sue liriche, le altre scrittrici contribuiscono con le loro opere ad arricchire un panorama fatto di tradizione (verismo) e sperimentazione (futurismo). Se la critica ha spesso liquidato con etichette non appropriate i risultati artistici di molte letterate, noi, invece, siamo pronte a dare il giusto valore a tutte coloro che sono state rimosse per troppo tempo perché fuori norma.


Migliore Maria Cristina, L’indagine statistica in campo sociale, Franco Angeli  2007

E’ una ricerca scientifica e al contempo un rivoluzionario ( per il mondo accademico) esperimento linguistico; è il frutto di una scelta coraggiosa e controtendenza di una sociologa e docente di statistica sociale che rivendica, con un linguaggio tutto al femminile, una presenza sempre oscurata dietro quel ‘maschile non marcato’, per cui dietro il sostantivo ‘ uomini’ c’è da intendere incluse anche le donne. Si poteva continuare ad usare la doppia desinenza, ma utilizzare un ‘femminile non marcato’ evidenzia non solo un problema poco considerato, ma spinge anche gli uomini a rivedere le loro finte logiche di inclusione delle donne in un linguaggio che è tutto tranne che neutro.


Serafin Silvana, Brollo Marina ( a cura di ),
Dialogare con le istituzioni. Il lessico delle pari opportunità
Forum 2008

Nasce da un corso universitario di perfezionamento e aggiornamento Donne, politica e istituzioni, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia (la prima e per ora unica regione in Italia ad aver attivato la fase avanzata di un percorso formativo indirizzato a tutte le donne), questo volume che raccoglie parte degli argomenti trattati durante le lezioni sul tema del dialogo delle donne con le istituzioni. Attraverso il potere della parola le donne mostrano la loro forza in tutti gli ambiti della società, restituendo dignità all’identità femminile quale componente integrante della comunità. Gli interventi presenti sono un prezioso contributo a conoscere l’iter, ma soprattutto i risultati che le donne hanno ottenuto nel mondo del lavoro, della politica, della cultura. Parola, dialogo, comunicazione, linguaggio non sessista, pari opportunità diventano segni positivi di una modernità in cui le donne si liberano di e da un passato d’afasia e di non detti.

Per tutte le donne coraggiose linguisticamente


Maria Serena Sapegno, Laura Salvini (a cura di),
Figurazioni del possibile. Sulla fantascienza femminista, Iacobelli, 2008 20B16

Non è molto conosciuta la fantascienza femminista, forse perché il genere science fiction è sempre stato considerato di poca rilevanza culturale e relegato ad un pubblico prevalentemente maschile. Le studiose che offrono interessanti riflessioni, all’interno del volume, cercano, invece, di dare la giusta definizione e il giusto valore alla fantascienza femminista, che ha l’obiettivo secondo Charlotte Ross di mettere in dubbio, in modo decisamente oppositivo, concetti monolitici come “donna” o “uomo” e discorsi normativi riguardo alla sessualità e alle identità di genere. Liana Borghi, attraverso un excursus storico che prende l’avvio dalla fondatrice del genere Mary Shelley con Frankenstein (1818), arriva all’analisi dell’immaginario utopico in cui le utopie femministe offrono architetture di giustizia sociale e libertà individuale e fanno sognare società paritarie e non androcentriche.  Dopo la lettura di questi saggi viene una curiosità incredibile di leggere di Ursula K. Le Guin La mano sinistra delle tenebre (1969) e di Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella(1986)
Per chi sa spingersi oltre la realtà


Muriel Barbery, L’eleganza del riccio, edizioni e/o 2007

Si dice che i libri più belli siano quelli consigliati da un’amica e questo è un libro che sta avendo il suo successo grazie a questo passaparola. Intelligente e profondo l’impianto narrativo, le protagoniste sono amabili e per il resto la cultura trionfa con la dissimulazione.

Per lettrici raffinate, dunque per tutte le lettrici


Nadia Fusini, L’amore necessario, Mondadori 2008

Non si può perdere l’appuntamento con Nadia Fusini e il suo Amore, “quello che non sta quasi mai in silenzio”,  quello che “prostra, porta al deliquio, brucia di continuo, non permette che l’anima riposi né di giorno né di notte”, quello che ” non viene da fuori, abita dentro, dal profondo si solleva”. E’ l’ amore che racchiude in sé il senso di tutti gli amori, è l’amore di una donna che dà voce agli amori delle donne . E’ necessario leggerlo questo amore.


Paola Bono, Laura Fortini (a cura di), Il romanzo del divenire. Un Bildungsroman delle donne?, Iacobelli, 2007 20B15  

Una raccolta di saggi su un’ipotesi di romanzo del divenire di una donna, attraverso un percorso  che tocca l’Italia, l’ Inghilterra, l’ Egitto,  la Palestina e che vede la sua origine nell’800 e il suo ampio sviluppo in tutto il ‘900. E’ un romanzo che ” si svolge generalmente in spazi chiusi, in un intus che ha spesso le caratteristiche del viaggio interiore e del mettersi alla prova nel conflitto tra norma e ribellione…” Appassionanti le letture  e le riletture di tanti romanzi, conosciuti e meno conosciuti, ricchissime le note e preziose le indicazioni bibliografiche, un libro che a tante insegnanti come me mantiene sempre acceso il desiderio di esplorare nuovi percorsi interpretativi della narrativa femminile. Da segnalare anche l’ultimo saggio di Maria Inversi sul lavoro artistico di una donna alla ricerca di pensieri, parole e gesti di altre donne.


Vanessa Curtis, Virginia Woolf  e le sue amiche, La tartaruga ed. 2005 20A21

E’ un saggio di qualche anno fa che mi ha catturato per l’immagine così anonima sulla copertina, due donne con cappotti e mantelline scure, stivaletti consumati, i visi senza sorriso, seminascosti dai cappelli. Una fotografia che non rende nulla dell’eccezionalità e sensibilità della prima donna Virginia Woolf e dell’estrosità e originalità della seconda, la sorella Vanessa. Eppure quelle due donne, meglio di altre ci spingono ad andare oltre, a non credere a quella prima impressione di luce, ma a farci folgorare dalle loro vite intense, ricche di storie, rapporti d’amicizia e d’amore, legami familiari. Virginia grazie alle sue amiche, sorelle, amanti appare a noi finalmente quello che veramente è.
A chi ama Virginia incondizionatamente.


Sciutti Maeba, Flaming June, Donne oltre la tela, Arpanet 2008

Brevi folgorazioni che danno vita a muse ispiratrici per famosi quadri, non semplici rappresentazioni, ma esseri con una propria anima. L’intensità delle parole è così forte da accecarne la logica; una lingua che vive di un’edonistica articolazione, preziosa per le arditezze immaginifiche e voluttuosa negli ammiccamenti tra fonetica e semantica. Donne-occasione per liberare un moto di poesia pura. In attesa che la poesia di questa artista sia ritmata dai versi, ci godiamo una superba prosa poetica.


Rossi Doria Anna, Dare forma al silenzio, Viella  2008 20B14

Magistrali lezioni di storia delle donne e di storia del femminismo, uniche nella ricchezza e nella capacità di comprendere gli sviluppi incredibilmente articolati, avviluppati, nascosti e manifesti del percorso delle donne dall’emancipazione alla piena affermazione di sé nel mondo e sul mondo. Anna Rossi Doria ha dato con questo libro un pieno ed esaustivo riconoscimento alla nostra storia, ora trasmettiamola.

A tutte


Lipperini Loredana, Ancora dalla parte delle bambine, Feltrinelli 2007  20A54

Un titolo che, pur rimandando ad un tematica già ampiamente trattata trenta anni fa e data per scontata, ha invece suscitato, nella nostra esperienza di docenti, forti polemiche e resistenze da parte delle nuove generazioni ed in particolare da parte delle ragazze. Il sospetto di femminismo ne ha provocato il rifiuto, etichettando le tesi del libro come trite e fuori moda. E invece l’autrice, a volte irriverente, a volte graffiante, sconcerta e induce a riflettere su ambiti nuovi come il mondo della rete: chat, blog, videogames, e propone una rilettura estremamente attuale del ruolo che fin da bambine le donne hanno e continuano ad avere in contesti sempre esistiti, ma in evoluzione, quali la famiglia, la scuola, la pubblicità, l’intrattenimento e la comunicazione.
Consigliato a chi non ha paura di essere femminista oggi.


Marçal Maria Mercè, La passione secondo Renée Vivien, Luciani Tufani ed. 2007

Un romanzo a più voci parallele, costruito su piani cronologici differenti.
Una ricerca personale che non converge, ma si apre, trascinata da una forza centrifuga, in una sorta di polifonia che disorienta. Bisogna conoscere R. V. per riconoscerne i frammenti che compongono e scompongono continuamente la sua immagine. Le intermittenze narrative provocano black out sintattici e nella traduzione è evidente lo sforzo nel rendere tale sperimentalismo linguistico. La monodia finale è un atto d’amore e devozione dell’autrice nei confronti di una poeta che lo richiede ineluttabilmente.
Consigliato a chi ama Renèe Vivien


Meaker Marijane, Highsmith: una storia d’amore degli anni Cinquanta, Sellerio 2007

Due scrittrici  che vivono il loro amore e la loro passione per la scrittura sullo sfondo dell’America degli anni Cinquanta, dove lesbismo è vanto e pericolo. Patricia Highsmith scrive il primo romanzo lesbico a lieto fine The Price of Salt, anche noto con il titolo Carol, ma deve usare uno pseudonimo, Claire Morgan, per preservare la sua carriera in cui sono soprattutto il giallo e il noir ad essere prediletti come genere. Marijane Meaker si muove, invece, tra la saggistica sul lesbismo, sempre prudentemente analizzato,  e ‘scandalosi’ tascabili con lo pseudonimo di Vin Packer. Travolgente la narrazione che rende in pieno quegli anni in cui le difficoltà, le arditezze, gli eccessi, le coperture sono la norma per delle donne che vivono e sanno esprimere la loro eccezionalità


Molinari  Elena, Potere rosa: donne al comando del mondo, L’Ancora del Mediterraneo  2008  20A45

Avvincenti vite di donne (Hillary Clinton, Angela Merkel, Condoleeza Rice, Ségolène Royal ) diverse tra loro, ma tutte ugualmente predestinate alla stanza dei bottoni. Inaspettatamente, il privato di queste protagoniste ci svela le  ragioni nascoste della loro forza, in un confronto deprimente con il vuoto di potere  femminile nel panorama politico italiano.
A chi crede in “Volere è Potere”


Witkowski  Nicolas, Troppo belle per il Nobel: la metà femminile della scienza,
Bollati Boringhieri 2008  20A45

Con un piglio tra il serio e il faceto l’autore ci presenta una galleria di donne che, in modi più o meno ortodossi, hanno incontrato la scienza, ignare spesso delle conseguenze che le loro intuizioni avrebbero prodotto, anche molti anni più tardi. Ogni breve capitolo si apre con una citazione e si focalizza, di volta in volta, su donne appartenenti ad epoche diverse che agiscono in vari ambiti della scienza. Gli aneddoti narrati si chiudono con note ricche di curiosità e consigli bibliografici. Il linguaggio rende con espressività mordace e a tratti surreale ambienti familiari in cui i fenomeni scientifici interagiscono e si mostrano nella semplice quotidianità.
Consigliato alle donne che sanno dare i numeri


De Bon Lorella (a cura di), Nata il 21 marzo, un seme nella terra, un fiore di poesia, Roma, Terre sommerse 2006

Alda Merini, una Musa per l’universo femminile, una Stella polare per anime erranti, l’Inferno e il Paradiso per i poeti, la follia luminosa all’ombra delle parole. Le poesie di questa raccolta riverberano l’ebbrezza, la sensualità, il tormento, la forza sentita, vissuta e svelata dalla Poeta.
Ho scelto alcuni versi per far sentire quanto sia forte la comune ispirazione:
“Se una libellula priva d’ali/ riesce comunque a volarmi dentro?”
“Sono un’anima impalpabile/ assenza silenziosa e trasparente/ nel venirti a cercare”
“In un istante di gioia/ tra spasmi sudati/ ho composto l’oblio/ nell’eterno più bello”
“Artiglio le miserie / del mio vivere normale/sfiorando quasi salva/ i mondi visionari”
“Occhi vissuti/ in errabondo amare/ nel lutto della vita/spesso assopita/ e sempre risvegliata da poesia”
“Muto il tuo urlo di libertà/ là dove il tuo pensiero era preda dei più forti”
“Vetro per le mie unghie/ corte, ombra di domenica/ in mezzo al cortile/ deserto”
“Il vento sa sempre/ cosa prendere/ cosa lasciare”
“La mia emozione/ la tua poesia”.
Consigliato a chi ama Alda Merini


Ephron Nora, Il collo mi fa impazzire. Tormenti e beatitudini dell’essere donna, Torino, Feltrinelli 2007 32E34

Parafrasando il sottotitolo del libro aggiungerei tanti tormenti e rare beatitudini dell’essere donna.
La narrazione ironica e autoironica di Nora Ephron è l’epifania di un femminile contraddittorio, ambivalente, leggero e grave, entusiastico e malinconico. L’età delle donne è il fulcro di un’inarrestabile e lucida visione della vita di cui le rughe, il decadimento fisico, le malattie e la morte sono le tappe. Nessuna caduta retorica, ma solo una donna che sa guardarsi dentro e ritrovarsi in uno specchio comune a tutte.
Consigliato a corpi e a menti resistenti al tempo


Gagliardi Antonio, La donna mia: filosofia araba e poesia medievale, Soveria Mannelli, Rubbettino 2007  32E31

Saggio accademico sull’influenza della filosofia araba medievale sulla cultura e la letteratura occidentale. L’analisi fine e accurata segue le trasformazioni e le traiettorie di quella poesia cortese che dalla Scuola siciliana sino allo Stilnovo ha segnato la nascita della nostra letteratura. La donna mia diventa l’Intelligenza agente nell’ambito di una metafisica che porta l’uomo a congiungersi con Dio. Non è più l’amore provenzale che affina l’animalità originaria dell’uomo, ma un percorso filosofico, sostenuto dalla cultura araba, di perfezionamento dell’uomo. Se vi fossero ancora dei dubbi sulla natura più divina che umana della donna angelicata, questo saggio li fugherebbe.


Hebèrt Anne,Un vestito di luce, Ferrara, Luciana Tufani 2007

Veloci, quasi come scatti fotografici, ci appaiono le vite dei personaggi che con leggerezza partecipano della realtà e del sogno, del conflitto tra bene e male, del rapporto madre figlio,  del dramma di una ricerca dell’identità negata, ma riscattata simbolicamente. Il romanzo si muove tra il monologo e la rappresentazione teatrale, i personaggi si trasformano in figure emblematiche, cammei di una narrazione più per immagini che per azioni. Dallo sperimentalismo, comunque, non viene obnubilata una trama ben costruita.
Consigliato a chi ama i colori di Spagna


Musetti G., Lampariello Rosei Silvana, Rossi Marina, Nanut Dunja (a cura di) Donne di frontiera, 2v. Trieste, Il ramo d’oro ed. 2006  20A1  20A2

Una Storia parallela, attraverso la narrazione biografica e autobiografica di donne, che, pur nella diversità delle loro vite, documentano e tessono la vera Storia di una regione di frontiera, quale il Friuli Venezia Giulia. Artiste, insegnanti, casalinghe, imprenditrici, ci restituiscono un’immagine composita e ricca dell’identità storico sociale, ma anche dell’identità femminile. Nella prefazione si legge:” Nel racconto delle donne non manca nulla, solo che i fatti della storia comune sono presentati secondo prospettive di donne, fatte anche di eventi quotidiani grandi e piccoli, di cure familiari e di lavoro, di preoccupazioni segrete, di trionfi nascosti e successi visibili.” Le curatrici hanno registrato le diverse testimonianze in un arco di tempo che va dal 2001 al 2006, cercando di verificare la”presunta diversità” delle donne di questi territori, già storicamente attestata, quale la maggiore autonomia personale da stereotipi che hanno accostato alla figura delle donna solo modelli di fragilità e precarietà. Ricco e prezioso l’apparato di note di cui è corredato ogni ritratto.


Muzzarelli Maria Giuseppina, Un’italiana alla corte di Francia: Cristine de Pizan intellettuale e donna,
Bologna, Il Mulino, 2007  30E33A

Una figura esaltante di donna che ebbe la fortuna di ricevere un’ istruzione tale da renderla autorevole interlocutrice dei potenti della sua epoca e che le permise di esprimere opinioni e dare consigli su questioni di grande rilevanza etica, politica e persino pratica. Pur nella sua brevità, questo libro risulta prezioso e curioso nella modalità confidenziale con cui viene presentata l’eclettica Christine.
A chi si inorgoglisce di appartenere ad una cultura femminile che ha antenate illustri


Oldfield Sybil (a cura di), Lettere in morte di Virginia Woolf, La tartaruga, Milano 2007 30D41

Una sguardo più intimo su Virginia appena scomparsa, attraverso gli occhi di chi è entrato in contatto con lei nel corso della sua vita ed è stato testimone della fragilità e del coraggio di una donna irripetibile e dolorante, ma dispensatrice di felicità e di amore.
Consigliato ad anime che vibrano con Virginia


Farese Carlotta, Creature dell’illusione: figure di lettrici nella letteratura europea, Pensa 2007 30D54

Percorrere l’audace e ostinata vita della lettrice nella Storia è attraversare e comprendere il lento, ma graduale cambiamento di una società maschile che, inevitabilmente, ha dovuto fare i conti con l’altra metà del mondo, sempre più forte e desiderosa, prima di emancipazione, poi di uguaglianza e infine di differenza. “Leggere poco e leggere bene” è la massima che rivela il valore puramente istruttivo attribuito alla lettura femminile, limitando per tutto l’ottocento la libertà di scelta delle donne. Sarà soprattutto il romanzo ad essere il genere considerato meno adatto ad una donna, perché costantemente associato alle qualità prettamente femminili: illogicità, vulnerabilità, eccessiva emotività. Il ritardo italiano nel panorama europeo sarà causato nel 1860 dalla drammatica abolizione dell’obbligo per le bambine di frequentare le scuole elementari. Coinvolgente l’excursus di esempi di donne lettrici nella letteratura e la caratterizzazione moderna e positiva nei romanzi di Jane Austen e di George Eliot , arretrata e negativa nei romanzi di Verga, Fogazzaro, Neera e Matilde Serao.
Consigliato alle divoratrici di romanzi.


Giacobino Margherita (a cura di), Una storia tutta per noi Lillian Faderman: un’antologia, Il dito e la luna 2006  32E29

Lilian Faderman, attraverso una’analisi letteraria, storica, sociologica, ripercorre la storia del lesbismo e come focus della sua ricerca pone l’amicizia romantica, intesa come complesso di affetti, emozioni, desideri, passioni, scelte, in cui la sessualità ha sì una parte, ma non quella centrale (Faderman non accetta la reductio a semplice attrazione sessuale dell’amore lesbico). L’amicizia romantica tra due donne fu, prima del XX sec., un’istituzione sociale ampiamente riconosciuta e tollerata (ricchissima la letteratura e i carteggi citati). L’immagine negativa del lesbismo come perversione e anormalità, creata dai sessuologi, si diffonde, invece, proprio quando le donne ottengono l’accesso a molti lavori che prima erano loro preclusi; davanti alla donna colta ed emancipata che non vuole sposarsi, si agita lo spauracchio dell’anormalità. Da brivido la ‘caccia alle streghe’ che si scatena dagli anni ‘30 in America fino a raggiungere l’acme negli anni ’50; il controllo sociale sugli omosessuali non ha niente da invidiare ai regimi totalitari. I saggi della Fader man, risalenti agli anni ’80, presentati con sguardo acuto e aperto da Margherita Giacobino ci conducono ad una riflessione e ad un confronto preziosissimo con le teorie e la realtà di  questi ultimi anni.
Consigliato a donne che si amano


Grossi Giorgio e Ruspini Elisabetta (a cura di), Ofelia e Parsifal: modelli e differenze di genere nel mondo dei media, Cortina 2007 30D30

Sembra che i media rappresentino il punto di vista ideale per analizzare il rapporto tra prospettiva di genere e mutamento sociale. Il presente volume intende percorrere alcuni itinerari delle importanti trasformazioni nelle relazioni tra i generi proposte dai media(televisione, cinema, stampa, internet), con un’ottica attenta ai mutamenti di definizione di femminilità e di mascolinità nel tempo. Per affinità al mezzo che la mia rubrica utilizza, mi soffermerò sul saggio di Cristiana La Capria Socialità e identità di genere in Internet,consigliando però la lettura di tutti gli altri saggi su temi di grande attualità (ambiguità in televisione, queer spots, The L world, feminist film theory, riviste”femminili”)  e frutto di ricerche preziosissime per una comprensione esaustiva dei rapporti di genere con il mondo dei media.
La ricerca di C. La Capria si muove su due binari, libertà e limiti di Internet.  Lo spazio di comunicazione digitale e anonimo delle chat è un esempio di quanta potenzialità espressiva sia consentita all’utente, ma nello stesso tempo riduce notevolmente l’elemento di autenticità dell’interlocutore. Lo spazio telematico da un lato facilita nuove forme di aggregazione, ma dall’altro le rende sempre più deboli e transitorie.  Negli anni ’90 le teorie su rapporto tra tecnologie della comunicazione digitale e identità di genere si infittiscono. Se Internet, essendo un dispositivo interattivo, sembra essere una minaccia al concetto di identità integra e un potenziale spazio di espressione per i soggetti marginalizzati, non è vero poi che riesca ad alterare i sistemi di discriminazione. Rosi Braidotti afferma che i rigori della differenza agiscono anche nelle più spregiudicate simulazioni in realtà virtuali. In quest’ottica binaria e cauta il digital gender divide ( divario digitale in base al gender di appartenenza) analizza proprio il potenziale esclusivo di Internet piuttosto che il potenziale inclusivo. Grazie a numerose ricerche sul campo la Capria sostiene che una delle categorie sociali considerata debole nel potenziale accesso ad Internet è proprio quella appartenente al genere femminile  che, sia a causa di una ridotta cultura tecnologica, sia  a causa di un ridotto tempo a disposizione rispetto agli utenti maschili, risulta meno presente in Internet. Leggo la conclusione come un invito ad entrare nel sistema digitale per poterne modificare il linguaggio, io sono pronta.
Consigliato a fruitrici attive


Kaway Hayao, La casa dell’usignolo: il femminile psicologico tra oriente e occidente, Moretti e Vitali 2007 30E31

Lo psicanalista giapponese Kawai, attraverso un’analisi comparata delle fiabe e dei miti occidentali e orientali, profondamente differenti nelle loro radici, disegna un ‘femminile psicologico’ molto complesso e stratificato.  Incuriosisce e sollecita alla lettura la domanda posta all’inizio: ” Perché le fiabe occidentali finiscono quasi sempre con un matrimonio, anzi, nella maggioranza dei casi proprio questo indica il finale? Mentre le fiabe giapponesi raramente si concludono con “..e vissero felici e contenti”, e il finale spesso non è così chiaro e definitivo?”


Gabrielli Patrizia, Cigognetti Luisa, Zancan Marina, Madri della repubblica : storie , immagini, memorie, Carocci, Roma 2007 30D38

La nuova immagine della donna negli anni che vanno dalla II° guerra mondiale alla Repubblica è il focus delle tre ricerche presenti nel testo. Associazionismo femminile, stampa, cinema, letteratura rimandano ad una composita immagine della donna moderna. La politica femminile costruì modelli rappresentativi e autorappresentativi, i media crearono un’immagine lontana dal ruolo effettivo delle donne e frutto di una proiezione esclusivamente maschile, la letteratura (ad es. De Cespedes e Viganò), pur con esiti artistici diversi, contribuì a dare forza alla presenza delle donne nella Storia.


Felicia Oliviero, Legami controversi, Luciana Tufani editrice, 2007

Poesie, racconti, opere teatrali, impegno politico, femminismo non potranno esaurire la ricchezza della vita di Felicia, che con la sua passione e il suo sentire ha colorato l’orizzonte di noi donne. Leggere i suoi scritti la rende immediatamente  parte della nostra memoria.
Consigliato ad anime intense


Pravadelli Veronica, La grande Hollywood: stili di vita e di regia nel cinema classico americano, Venezia, Marsilio 2007  30E39

Un saggio che analizza come il cinema condizioni i desideri e gli stili di vita del pubblico americano negli anni che vanno dal 1930 al 1960 e come a sua volta esso stesso si modifichi nelle sue modalità narrative. L’autrice si sofferma sull’evoluzione dei rapporti intersoggettivi  in relazione alla dialettica tra maschile e femminile, in un lavoro che fonde l’analisi di film di grande successo di pubblico e di critica con gli studi storici sulle dinamiche di gender.  Attraverso un percorso tra i generi più rappresentativi del cinema classico di Hollywood si celebra il fascino di alcuni tra i divi che hanno popolato il nostro immaginario.
Consigliato ad addette ai lavori


Pellegatta Ludovica, Dino Onorina (a cura di), Antonia Pozzi, Nelle immagini l’anima, Milano, Ancora, 2007

Antonia Pozzi, una poeta dell’immagine, la cui fotografia non trattiene, ma lascia espandere la ricchezza e il significato di ogni cosa; osservare le sue immagini è scandire attraverso i sensi i colori dell’anima.
Consigliato ad anime che respirano smarrimento.


Bimbi Franca, Trifiletti Rossana (a cura di), Madri sole e nuove famiglie. Declinazioni inattese della genitorialità, Roma, ed. Lavoro, 2006

Madri sole è una raccolta di saggi che propone riflessioni, studi e ricerche sulla famiglia, le sue trasformazioni storiche, sociologiche, culturali e le sue plurime rappresentazioni. Numerosi sono i confronti, dati alla mano, tra la realtà italiana, del sud e del nord e quella europea. Interessante l’analisi del passaggio, questo per i padri, da un modello verticale-gerarchico ad uno tipo orizzontale-amicale. Non poteva, infine, mancare uno studio specifico sull’omogenitorialità, intesa come l’esperienza genitoriale di donne e di uomini omosessuali che convivono con i propri figli e, eventualmente, con i propri partner. In Italia il fenomeno risulta poco visibile e difficilmente rilevabile dai censimenti; viene alla luce solo una prevalente femminilizzazione dei nuclei omogenitoriali, ma se contrastino o meno le forme della disuguaglianza determinata dalle disparità sociali tra i sessi, allo stato attuale della ricerca non è possibile valutare.
Consigliato a corpi riprodottisi


Ponzellini Anna M (a cura di), Quando si lavora con le tecnologie. Donne e uomini nelle professioni dell’ Ormation & Communication Technology, Roma, ed. Lavoro, 2006

Le ICT: tecnologie informatiche e della comunicazione sembrano destinate a guidare un cambiamento radicale nell’organizzazione del lavoro; le nuove modalità, lavoro su progetti, lavoro da casa, collaborazioni free lance, offrono maggiori opportunità alle donne, attratte dalle nuove tecnologie, di conciliare lavoro e responsabilità domestiche. La tesi più ottimista di uno dei saggi presenti conclude così: ” per la prima volta nel mercato del lavoro è l’offerta e l’ingresso delle donne a plasmare l’organizzazione che viceversa”. Per una tesi meno ottimista, leggete le interviste, non è tutto rose e fiori.
Consigliato a menti tecnologiche


Todaro Mariella, Convivenze, Sestri Levante, Gammaro, 2007

Una serie di scorci su vite che si incrociano e si accompagnano per amore. La semplicità dello sguardo di chi narra nulla toglie alla complessità e varietà della vita.


Del Serra Maura (a cura di), Le poesie di Simone Weil, Pistoia, CRT, 2007

Una poesia epica, fatta di battaglie, di idee, di forza, d’impegno civile, una poesia che lascia poco spazio alla poesia, ma che quando c’è, come nel Prometeo, brucia.
Consigliato ad anime accese.


Enquist Per Olov, Il libro di Blanche e Marie, Milano, Iperborea, 2007

Marie Curie, scienziata, due volte premio Nobel, ha scoperto il radio; una vita tormentata tra ragione e sentimento. Blanche, la paziente modello del grande professore Charcot, massimo studioso di isteria e famoso per le sue capacità ipnotiche. Queste due donne si incontrano e lavorano insieme, i loro amori e le loro tragedie racconteranno un’epoca rivoluzionaria, ma molto moralista. Biografia e invenzione sono la miscela di Enquest, fine narratore e sensibile osservatore.


Trombetta Marlisa, La mamma cattiva, Venezia, Marsilio, 2001

Una figlia alla ricerca di un rapporto con la madre: un’intera vita amandola, odiandola, perdendola, ritrovandola.
Bellissimo, travolgente, dolorante.
Consigliato ad anime figlie


Cavarero Adriana, Orrorismo, ovvero della violenza sull’inerme, Roma, Feltrinelli, 2007

Medusa e Medea sono le icone antiche attraverso cui il mito ha svelato l’orrore con volto di donna; le guerre, i lager, il terrorismo sono le forme in cui si è realizzato l’orrorismo, una violenza che va oltre il terrore, che eccede la morte, che è offesa al vulnerabile in quanto, incidentalmente, inerme.


Butler Judith, La disfatta del genere, Roma, ed. Meltemi, 2006

Pur non di facile lettura, i saggi della Butler inducono a riflessione, a disorientamento, a criticità, a libertà di pensiero. I generi maschile e femminile sono contestati nella loro pretesa naturalità e universalità. Niente è dato per scontato. La sessualità non deriva dal genere; transgender e teoria queer sono le chiavi di lettura della realtà. Il genere si disfa, ma non è una disfatta.
Consigliato a corpi che non amano il genere


Rabatti Ilaria ( a cura di), Prose e interviste di Margherita Guidacci, Pistoia, CRT, 1999

La figura di Margherita Guidacci attraverso interviste e prose si offre nella sua ricchezza e nella sua preziosa e fondamentale presenza nel panorama della cultura del novecento. Grazie alla sensibilità e acutezza di una poeta integra e chiara nei suoi principi, la funzione della poesia e della letteratura prendono corpo e hanno risposte. La poesia, come scelta e necessità insieme, si concretizza in impegno e responsabilità morale nei confronti di un tempo “sempre in bilico sul ciglio della perdita.”


Campana Stefanella, Reschia Carla, Quando l’orrore è donna. Torturatrici e kamikaze. Vittime o nuove emancipate?, Roma, Ed. Riuniti, 2005

Le sequenze di cronaca analizzate dalle giornaliste mettono a fuoco la contrapposizione relativa ai ruoli, oggi assunti da donne che fino a poco tempo fa appartenevano esclusivamente all’universo maschile: andare in guerra, torturare, uccidere, suicidarsi. Si tratta di cambiamenti apparenti perché quel mescolamento dei ruoli in realtà nasconde la continuità, il mantenimento di un rapporto uomo donna come una relazione tra dominante e dominato.


Scaraffia Lucetta, Francesca Cabrini, Torino, ed. Paoline, 2004

Il racconto agiografico della vita di Francesca Cabrini, donna obbediente alla Chiesa, ma ostinata nel perseguire i suoi obiettivi di indipendenza della religiosità femminile, ci sorprende rivelandone l’anima imprenditrice.
Consigliato ad anime non solo mistiche

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